Covid / L’intervista

Pregliasco: “Sarebbe servito un lockdown più pesante, ma non sarebbe stato compreso dalla gente”

Il virologo amareggiato per i giovani costretti a fare le lezioni a distanza: “E’ però un sacrificio necessario”

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di Paolo Micheletto

TRENTO. Il virologo Fabrizio Pregliasco ha parlato di Coronavirus con l’Adige.

Da lunedì 15 marzo quasi tutta l'Italia si ritrova in fascia rossa. E a Pasqua non ci si potrà muovere, di fattoPossiamo avere, professore, qualche speranza di vedere la luce in fondo al tunnel?

Abbiamo il vaccino, purtroppo sarebbe stato necessario un lockdown più pesante - anche se mi rendo conto che sarebbe risultato insopportabile - ma le restrizioni di queste settimane hanno comunque dato una mano a contenere l'aumento della pandemia. Le misure entrate in vigore erano assolutamente necessarie, siamo in una situazione molto simile a quella della seconda ondata.

Qualcuno arriva ad ipotizzare che ci troviamo alla vigilia del peggior momento di sempre, in termini di contagi e ricoveri.

Potrebbe essere, non lo possiamo escludere. Ecco perché sono importanti le misure di contenimento: è necessario ridurre la circolazione delle persone. I ricoveri e le terapie intensive sono sempre più piene, ed è molto probabile che il "picco" dei contagi potrà arrivare alla fine di marzo. Potremo trovarci anche con 40mila nuovi contagi al giorno.

Del resto, le varianti del virus hanno reso il Covid ancora più contagioso.

Con le varianti la carica virale è superiore e la durata della contagiosità è di 14 giorni invece dei 10 del virus originale.

E gli studenti si ritrovano a fare didattica a distanza, per l'ennesima volta.

Provo un grande dispiacere. Ma è un sacrificio necessario per poter tornare a una vita più normale possibile tra sei mesi. Del resto i numeri ci dicono che la fascia d'età più a rischio è quella dei giovani.

Lei crede che a settembre le scuole potranno riaprire in modo regolare, senza Dad?

Io credo di sì. Dobbiamo tutti lavorare per questo.

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