Cambia il piano dei vaccini: via libera a over 75 e categorie “ultra fragili”. Somministrazioni: Trentino 13° per dosi utilizzate rispetto alle disponibili. Nuove restrizioni: parte il confronto Stato-Regioni sulle proposte del Cts

di Redazione Web

Il nuovo piano nazionale di vaccinazione anti Covid sarà presentato giovedì alla Conferenza delle Regioni.

La principale novità dovrebbe essere il via libera alla somministrazione fin da ora del vaccino AstraZeneca alla fascia 70-79 anni, una categoria che in questo modo non dovrà più attendere l'arrivo delle dosi Pfizer e Moderna. Il vaccino AstraZeneca, utilizzato fin da subito per tutti gli over 16 anni in Gran Bretagna e autorizzato due mesi fa anche dall'Ema senza limiti, era stato invece oggetto di prescrizioni restrittive da parte dell'Agenzia italiana per il farmaco: prima niente agli over 55, poi solo fino ai 65 anni, ora infine il via libera.

Questi cambiamenti di direttive hanno ingenerato una certa confusione e favorito l'estendersi fra i cittadini di un malriposto pregiudizio circa l'efficacia di questo vaccino (con resistenze ad accenttarlo perfino fra il personale sanitario), una efficacia che invece è perfettamente riconosciuta dagli enti regolatori e dall'esperienza empirica ormai ben verificabile in Gran Bretagna.

Frattanto, in Trentino, da sabato gli over 75 potranno prenotare tramite il Cup la vaccinazione con Astrazeneca: lo ha annunciato stasera il presidente della Provincia, maurizio Fugatti. Mercoledì prossimo sono in programma le prime somministrazioni a questa fascia di età.

Sul fronte dell'intensità della campagna vaccinale si registra un aumento, grazie alla decisione di ridurre sensibilmente le scorte per i richiami. Oggi l'Italia si avvicina alla soglia dei 6 milioni di dosi somministrate mentre sono 1.740.658 i cittadini che hanno già ricevuto anche il richiamo.

Nella classifica relativa alla percentuale di dosi utilizzate rispetto a quelle disponibili, si registra un generale rialzo dei dati. Bolzano e Trento, in questo contesto, scivolano indietro di alcune posizioni. Il Trentino ora è tredicesimo, con l'80,8% di dosi somministrate rispetto a quelle disponibili. L'Alto Adige, che è rimasto a lungo al secondo posto dietro la Valle d'Aosta (sempre prima con il 91,2%), nella tabella ministeriale aggiornata a stasera (vedi qui sotto) scende al quinto (84,8%).

In termini assoluti, il dato diffuso dalal Provincia e realtivo a questa mattina, indica che il Trentino oggi raggiunge le 54.660 somministrazioni, comprese le 18.838 seconde dosi e le 7.290 riservate ad anziani in casa di riposo.

Cambia il piano dei vaccini: via libera a over 75 e categorie “super fragili”. Somminsitrazioni: Trentino 13° per dosi utilizzate rispetto alle disponibili. Nuove restrizioni: parte il confronto Stato-Regioni sulle proposte del Cts

La circolare ministeriale sull'impiego di AstraZeneca anche per gli over 65 anni modifica sensibilmente lo scenario e consentirà di anticipare anche i vaccini per i “super fragili”, grazie alla maggiore disponibilità dei vaccini per loro più adatti, con Moderna o Pfizer. Si tratta di persone che soffrono di fibrosi cistica, che sono dializzati, in ossigeno terapia o trapiantati o in lista di trapianto.

Si annuncia una probabile stretta delle misure, già a partire dal prossimo weekend, per frenare la diffusione del virus sospinta dalle varianti: zone rosse più rigide, modello Codogno, movimenti limitati anche in zona gialla, chiusure nei fine settimana, come avvenuto durante le vacanze di Natale.

E, allo stesso tempo, l'estensione della campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi.

Questa è almeno la posizione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico - riunitosi oggi - hanno consegnato al Governo, che dovrà a stretto giro - probabilmente già nelle prossime ore - valutare in che misura accogliere le indicazioni.

Esclusa per ora l'ipotesi di un lockdown generalizzato.

VACCINAZIONI IN TRENTINO PER CATEGORIA

Mentre nelle ultime 24 ore si registra il picco dei ricoveri in terapia intensiva: 278, mai così tanti da quando viene diffuso il dato, dal 3 dicembre scorso. E salgono anche le vittime: 376, 58 in più di ieri. Come era da attendersi, dunque, il Comitato è attestato sulla linea dura, considerata la curva in rialzo dei contagi e gli ospedali in sofferenza con le terapie intensive al di sopra della soglia critica in tante regioni.

Vanno limitati i contatti interpersonali e le misure attualmente in vigore non bastano, tenuto anche conto dei ritardi sui vaccini.

Da qui l'indicazione a irrigidire le misure in ogni zona colorata, ristabilendo nel contempo il contact tracing e potenziando il sequenziamento del virus per individuare prima possibile le varianti.

Ribadita anche la richiesta di introdurre il criterio dell'incidenza settimanale: con 250 casi ogni 100mila abitanti si va automaticamente in zona rossa: ma questo criterio è respinto dalle Regioni le quali sottolinineano che penalizza i territori che fanno molti tamponi.

Si chiede anche la tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio, in modo da avere dati più aggiornati possibile e intervenire più rapidamente con le azioni di 'contenimento/mitigazione' a livello nazionale, regionale e locale. Sarà la cabina di regia del Governo ora a riunirsi per valutare le misure da mettere in campo e portare all'attenzione delle Regioni per una condivisione.

VACCINAZIONI EFFETTUATE PER FASCE DI ETÀ

All'interno della maggioranza ci sono posizioni articolate tra "aperturisti" e "rigoristi" ed il premier Mario Draghi ieri ha invitato a "non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide. Questo non è il momento di dividerci".

Al momento sembrano da escludere lockdown totali come quello dello scorso anno, mentre è plausibile l'accoglimento delle indicazioni del Comitato su un irrigidimento dei divieti rispetto a quelli contenuti nel Dpcm in vigore fino al 6 aprile il giorno dopo Pasquetta.

Per il leader della Lega Matteo Salvini "un lockdown nazionale sarebbe punitivo. Non ho dati, ma sono favorevole a intervenire dove la situazione è a rischio, non dove non c'è aumento di contagi. No a interventi in modo generico, ma in modo chirurgico".

Sulla stessa linea il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5s) che si dice "non favorevole a un lockdown generalizzato, ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario".

Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è "contrario all'ipotesi di una chiusura generalizzata, che non gioverebbe né al contenimento della pandemia né a un Paese ridotto ormai allo stremo".

Per il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, "il nostro impegno deve essere quello di passare rapidamente dalle restrizioni a tappeto alle vaccinazioni a tappeto".

Il presidente Anci Antonio Decaro si attende comunque una stretta in vista di Pasqua: "servirebbe a evitare che durante le feste qualcuno si possa spostare e aumentare i contagi, in un momento in cui la variante inglese si sta diffondendo molto velocemente".

Intanto, nelle ultime 24 ore i nuovi contagiati sfiorano quota 20mila (19.749), ma con un'incidenza in calo rispetto a ieri: 5,7% contro 7,5%. In aumento i morti: 376 (ieri erano stati 318) . Altri 278 pazienti sono entrati in terapia intensiva (contro 231 di ieri) ed il totale delle persone in rianimazione sale a 2.756. Mentre nei reparti ordinari ci sono 22.393 malati (+562).

VACCINAZIONI IN ITALIA PER PRODOTTO IMPIEGATO

Aumentano i contagi anche nelle carceri: una settimana fa erano 410 i detenuti positivi, ora sono 468.

L'Emilia Romagna ha deciso la sospensione dei ricoveri programmati procrastinabili in tutti gli ospedali della regione, spiegando che l'occupazione delle terapie intensive è del 37,6% (la soglia critica è del 30%) , mentre per i posti ordinari Covid l'occupazione è del 47,2% (anche in questo caso superata la soglia critica del 40%).

Allarme anche a Napoli, dove il sindaco Luigi de Magistris parla di "ospedali allo stremo".

E nelle carceri i positivi sono passati in una settimana da 410 a 468.

Naturalmente un'accelerazione sui vaccini darebbe respiro a tutto il Paese. Ma dalle aziende continuano ad arrivare notizie negative: Johnson & Johnson ha comunicato di non poter assicurare all'Ue la fornitura di 55 milioni di dosi pattuita.

Il Governo sta mettendo a punto un nuovo piano per superare le criticità emerse e non farsi trovare impreparati quando, da aprile, l'approvvigionamento dovrebbe salire a regime.

Le Regioni domani avranno un primo confronto: sul tavolo anche l'ipotesi di procedere sulle vaccinazioni anche per fasce d'età. L'obiettivo è arrivare alla Conferenza Stato-Regioni di giovedì con nuove raccomandazioni sui gruppi prioritari da vaccinare.

 

 

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