Crostoli, frittelle e krapfen, è l'ora dei dolci di Carnevale

di Gigi Zoppello

Carnevale, con il 16 febbraio 2021 Martedì grasso, è il periodo dell’anno in cui le vetrine delle pasticcerie si riempiono di “crostoli” (un impasto dolce che viene fritto, in altre zone si chiamano chiacchiere o frappe) e di “frittole” (”polpettine” dolci con uvetta e pinoli, fritte e in alcuni casi farcite con crema o cioccolato).

Così nell’entroterra friulano i protagonisti indiscussi della tavola rimangono gli strucchi - bocconcini fritti di pastafrolla, con ripieno di noci, nocciole, uvetta e pinoli -, inventati proprio per il Carnevale, in passato venivano anche serviti nelle occasioni più importanti al posto dei confetti.

Ricca la tradizione nel vicino Veneto, patria di dolci tipici. Le fritole veneziane, in dialetto “fritoe venexiane” sono un antico dolce tipico che si preparava già nel 1600 dai fritolai che tramandavano di padre in figlio la ricetta che variava da famiglia a famiglia e che si sono tramandate fino ai nostri giorni.
Le frittelle di Carnevale si usano in tante regioni, ma in Veneto è d’obbligo l’uvetta (e magari anche con pinoli o frutta secca).

I bignolini ripieni ormai da anni sono un classico del carnevale italiano: con dentro crema pasticcera o nelle varianti al cioccolato o alla ricotta, tipiche quest’ultime del Lazio. Mentre quelle con la crema - le zeppole - sono tipiche al Sud Italia.

In Trentino il Carnevale presenta una variante delle frittelle: quelle fatte con fette di mela all’interno: la pasta è sempre la stessa, che viene farcita con spicchi di mela (meglio la Renetta) imbevuti in rhum zuccherato, e poi fritta.

Sempre veneziani sono i crostoli (in trentino, grostoli, o grostoi), in veneto detti anche galani, dolci croccanti, di origine nel periodo dell’Impero Romano, anche questo impasto è fritto, preparato con farina, burro, zucchero e uova e i crostoli si caratterizzano per la loro forma sempre diverse e irregolare.

Poi le castagnole, anch’esse rigorosamente fritte: piccole palline di pasta vengono considerate il simbolo del Carnevale soprattutto nel Veronese.

In regione, però, il dolce del Carnevale - di influenza tedesca - è il krapfen (filologicamente con ripieno di marmellata di albicocca), nelle zone delle minoranze linguistiche detti anche Kropfen. Con la variante deI Mogn Kropfen (o Mohrn) dove il ripieno è di semi di papavero e miele.

Da non dimenticare una delizia tutta trentina: i stròmboi, (a Rovereto, “stromboli”, in Val di Cembra “stroboi”, storpiature del tedesco Strauben), deliziosa pastella fatta colare nell’olio bollente e spolverata di zucchero a velo.

Per i nostri lettori, vi proponiamo una chicca: tre ricette tradizionali trentine, dal libro di Carlo Alberto Bauer  “Riscopri la tua cucina” del 1983 - edizioni Reverdito - che riportava le ricette di cucina delle valli trentine inviate dai lettori dell’Adige al giornale a fine anni Settanta. Buon appetito!

 

 

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