La cosmetica "etica" sta prendendo piede

Ha appena aperto uno store unico al mondo, The perfume library, un concept che unisce profumeria artistica e libri da tutto il mondo sui profumi e l'ha voluto in centro a Firenze, città culla del Rinascimento anche per cosmetica e fragranze. Poco tempo prima a Parigi aveva aperto il primo e unico store al mondo di cosmetici freschi, fatti a mano, davanti agli occhi dei consumatori, mentre a Tokyo aveva realizzato un negozio solo di bombe da bagno, i sali minerali colorati e profumati adorati dagli instagrammers e a Milano uno store solo di prodotti naked, ossia senza incarti. Ha 66 anni e guarda il suo passato con soddisfazione. E' Mark Constantine il co fondatore, nonchè 'mente', del brand etico inglese di cosmetica Lush, un marchio totalmente orientato a temi oggi diventati di attualità: cruelty free, packaging no plastic e zero waste (hanno inventato saponi, bagnoschiuma e shampoo 'nudi'), contro lo sfruttamento del lavoro e dunque attento alla provenienza delle materie prime ma anche "attivista" con prodotti come crema e profumo i cui ricavati vanno totalmente a finanziare associazioni che favoriscono integrazione sociale.

"Noi crediamo a tutto questo, da sempre, è la nostra storia, il nostro dna", racconta in un'intervista Constantine, "il fatto che oggi siano temi di cui si parla ci fa molto piacere. A me piace che quello che noi facciamo e abbiamo sempre fatto per la verità induca al cambiamento reale dello stile di vita delle persone in un modo naturale, non imposto. Non mi piace se comprano una cosa perchè va oggi comprata così ma perchè devi essere consapevole che ogni tuo gesto aiuterà a cambiare il mondo e perlomeno te stesso. Non deve essere una legge ma qualcosa che deve diventare un tuo modo di essere, cambiare le tue abitudini quotidiane". Mark sottolinea che "siamo sotto l'1% del fatturato della cosmetica mondiale", dunque "nulla rispetto ai grandi colossi" ma che per le modalità attiviste di questo brand, capace di coinvolgere anche i ragazzini grazie a prodotti gioiosi e coloratissimi, "si fa cultura, cultura del cambiamento": insomma gli amici di Greta Thunberg da queste parti si sentono a casa.

La storia di Mark Constantine ha dell’incredibile e spiega perché è un personaggio fuori dal comune (e infatti la sua biografia è in un libro 'Dear John' pubblicato in Gran Bretagna). E' nato nel sud dell'Inghilterra, dove ancora oggi vive e dove è il 'cuore' di Lush, a Poole, dove sono laboratori e team creativi. Abbandonato dal padre da piccolo, a 16 anni era un "homeless - come lui stesso ci ribadisce - non andando d'accordo con la madre e il nuovo compagno. Viveva in una tenda, per strada, ai margini del paese, è stato vittima di molestie sessuali e se non fosse stato per il suo amico d’infanzia, Jeff Osment e della sua accogliente famiglia sarebbe stato un ragazzo perduto di quelli che si trovano nei film di Ken Loach. Neanche a 20 anni, a Londra, Mark diventato tricologo, fa l'incontro della sua vita (a parte la compagna di scuola Margaret detta Mo, cofondatrice del brand, ancora sua moglie): Annita Roddick, la visionaria creatrice del marchio con cui tutti siamo cresciuti, il capostipite del green e cruelty free The Body Shop. Condividendone la visione ambientalista, attivista e animalista crea per l’azienda gli shampoo. "E' stata la mia formazione, devo tutto a quel periodo ribelle e creativo. Tra le tante cose ci univano i dolori dell'infanzia, io senza padre, lei cresciuta da un uomo che credeva suo padre e invece non lo era". Nel ’91 il rapporto si incrina per questioni di copyright ma quando Annita nel 2006, con quasi 2000 negozi e un fatturato da 28/mo posto di top brand nel mondo, vende tutto al 'nemico' ossia all'Oreal (dove ancora non erano banditi i test sugli animali) per Mark è un ulteriore shock: chiude ogni rapporto. Comincia l'avventura da solista, sempre da Poole, di Cosmetics to go: un catalogo di prodotti freschi, fatti a mano, senza violenze sugli animali da vendere per corrispndenza. neanche due anni dopo la bancarotta per troppo successo: non riesce a star dietro agli ordini. Ma uno con questa storia non si rassegna: decide di aprire un negozio a Poole con quelle caratteristiche: è il primo Lush, correva l'anno 1994. Un anno dopo apre nel cuore di Londra, da lì l'espansione continua. La sua vita avventurosa comprende anche l’incontro a sorpresa (organizzato dal solito amico del cuore Jeff) con il padre mai conosciuto: per i 60 anni durante il viaggio regalato dall’amico in Sud Africa (per la cronaca il padre morirà di lì a poco) e il nuovo contatto con la figlia di Annita Roddick dopo anni e anni di silenzio (“mi ha fatto gli auguri per The Perfume Library, ora ci parliamo di nuovo”, ci dice). Il capitalista Mark Constantine (“capitalista buono”, precisa) ha organizzato il futuro della società in modo che i dipendenti abbiano la prelazione su un’eventuale vendita, si muove solo in treno e continua a coltivare la sua passione di ragazzo: il bird watch, sempre con i soliti quattro amici.

Il brand etico, vegetariano, "nudo" , attivista sui test animali, che dell’hand made e della freschezza ha fatto un business model (“produciamo con le persone e non con le macchine”, dice Costantine) sembra più un laboratorio di idee innovative che un’azienda cosmetica tradizionale, e pensare che tutto è cominciato con una colorata bomba da bagno.

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