Scarpe, la poetica del tacco un viaggio nel tempo

Alte, basse, tacco 9 o 11 che sia, le calzature sono da sempre l’accessorio più amato da fashion victim e non solo. Esiste una poetica del tacco? All’inizio erano le pianelle, o chopine, indossate dalle donne dell’aristocrazia quanto dalle popolane con lo scopo funzionale di preservare l’igiene del piede.

Arrivavano fino a 50 cm (ma solo per le dame più ricche) con buona pace di Marilyn Monroe che quattro secoli dopo avrebbe costruito la sua immagine su un modestissimo peep toe tacco 11. Per Yves Saint Laurent la falcata perfetta richiedeva un tacco 9. Troppo per gli anni ’60 della Swinging London e di Twiggy dove a spopolare furono le ballerine.

E’ un percorso tutto al femminile, un viaggio nel tempo e nel gusto, la mostra «In her Shoes. Due passi nella storia della calzatura» in programma a Mercanteinfiera fino al 13 ottobre alle Fiere di Parma.

Si parte dalla scarpa con pattino delle nobili donne veneziane di fine ‘600 per approdare al sandalo di Donna Karan - il cui modello fu indossato da Sharon Stone in Basic Instinct- o alla scarpa surrealista di Celine (P/E 2013) con le dita sagomate. Poi c’è il sandalo di Christian Lacroix teatrale, sensuale e opulento con richiami alle atmosfere da torero. La creatura multicolor di Kenzo e per la prima volta dopo un accurato restauro eseguito dalla società milanese Open Care Servizi per l’Arte sarà possibile ammirare un raro modello del 1969 disegnato da Marc Bohan per la maison Dior decorato in mosaico Swarovski. Nel complesso un assemblage di circa sessanta modelli e una ventina di stilisti: Yves Saint Laurent, Anne Klein, Celvin Klein, Emilio Pucci, Fendi, Givenchy Loewe, Nicholas Kirkwood, Porsche Design, Richard Tyler, Ungaro e Vera Wang.

La mostra è realizzata in collaborazione col Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi del gruppo LVMH. Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi del gruppo LVMH. Il Museo di Stra nato nel 1995 da un’ intuizione di Luigino Rossi, imprenditore calzaturiero, raccoglie oggi i modelli più rappresentativi (1350 in esposizione ma 18 mila in archivio) prodotti dal calzaturificio Rossimoda dove artigianalità ed estro - in oltre settant’anni di attività ed in collaborazione con i brand più prestigiosi - hanno saputo dar forma alla creatività estetica di importanti stilisti europei e americani.

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