Crescere un figlio costa oltre 8 mila euro l'anno Lo studio illustrato al Festival della famiglia

Crescere un figlio in Italia oggi costa poco più di 8.300 euro l’anno.

È la conclusione cui è arrivata l’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) grazie a uno studio ad hoc, riportato oggi dal presidente Giuseppe Butturini nell’ultima giornata del Festival della famiglia in corso a Trento.

L’indagine prende in esame 18 voci di spesa: dal cibo ai vestiti, dall’acqua al gas per il riscaldamento, dai trasporti agli impegni extrascolastici dei figli, fino alle spese di affitto o di manutenzione della casa. Alla somma delle varie voci di spesa, secondo lo studio Anfn, poi vanno aggiunti oltre 3.000 euro nei primi tre anni di vita del bimbo per baby sitter, carrozzine, pannolini, letti ed accessori.

Le famiglie spendono soprattutto per il cibo (poco meno di 4.000 euro l’anno a testa), per l’affitto, la rata del mutuo o la manutenzione della casa di proprietà (2.500 euro pro-capite) per i vestiti (1.321 euro a figlio), le gite e il materiale scolastico (520 euro) l’ attività sportiva o ricreativa (475 euro. Secondo il sondaggio Anfn, la busta paga che entra in una famiglia numerosa ogni mese si svuota, in un caso su sei, entro i primi dieci giorni, e in un caso su due entro i primi 20. In media un introito in una famiglia numerosa basta per 16 giorni del mese.

«Famiglie in transizione. Verso l’autonomia sociale», ovvero il ruolo dei padri e delle madri dei Millennials, la prima generazione globale, è stato invece il tema del dibattito tenutosi oggi a conclusione del Festival della famiglia a Trento.
«Se è vero che il compito degli adulti è costruire visioni, sono però i giovani ad indicarci dove andare», ha sottolineato ribadito Michele Marmo di AssociAnimazione, anche se i figli di oggi «sono cresciuti nell’amore ma sono fragilissimi», ha aggiunto Katia Provantini della Cooperativa Minotauro.

Il dirigente dell’Agenzia per la Famiglia, Luciano Malfer, ha affermato che la sfida è quella di «dare strumenti per abbassare l’età in cui si diventa genitori e individuare percorsi che coniughino giovani e famiglie, un percorso su cui l’Agenzia è già al lavoro per intrecciare le politiche rivolte ai ragazzi con quelle per le famiglie».

«I percorsi vanno co-progettati», ha concluso Malfer. In sostanza sono i ragazzi che possono «indicarci dove andare», secondo le parole del presidente di AssociAnimazione di Novara Michele Marmo, Remo Job, direttore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento e coordinatore scientifico del Festival Educa, che ha parlato di «educazione come leva strategica per il benessere individuale e collettivo, responsabilità collettiva e perno del futuro del mondo».

Katia Provantini, presidente della cooperativa Minotauro, ha quindi puntato l’indice sulle famiglie di oggi «molto accoglienti» perché «crescono i figli nell’amore», ma «fragili», proprio perché non in grado di affrontare i conflitti che sono stati annullati.

Per Cristina Pasqualini, ricercatrice e docente all’Università Cattolica di Milano, la «famiglia è un valore trasversale», anche se il 40% dei giovani che vive in famiglia ha un lavoro e non riesco comunque a lasciare il nido.

L’imprenditrice di Ponti Spa, Lara Ponti, ha detto poi che il ruolo degli adulti è quello di dare una speranza ai propri figli, perchè non si può progettare al ribasso, ovvero «il compito degli adulti è di costruire visione», mentre la presidente del Forum delle associazioni familiari del Trentino, Silvia Peraro, ha parlato di Trentino come «isola felice».

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