Trento, il ministro Lorenzin visita il centro di protonterapia

«Sono state date due deroghe alla Provincia di Trento e, per quanto riguarda Arco, non c’erano i presupposti. Abbiamo anche valutato e riesaminato i dati pervenuti dall’interrogazione di minoranza, ma non c’erano i presupposti».

Così la ministra alla salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo ai giornalisti durante la sua visita al centro di protonterapia di Trento.

La titolare della Sanità, interpellata sulla chiusura del Punto nascita di Arco, ha precisato che non c’è stata nessuna trasmissione di dati parziali o errati da parte della Provincia autonoma di Trento: «Il ministero è assolutamente oggettivo. Noi abbiamo avuto richieste di deroga dalla Provincia che sono state sottoposte al vaglio di una Commissione ad hoc. Non c’erano i presupposti», ha ribadito Lorenzin.

La ministra ha successivamente risposto ad una domanda relativa a un’eventuale possibilità di derogare ulteriormente la situazione dell’ospedale di Cavalese, dove si rischia il ridimensionamento se non si trovano sei pediatri da mettere sotto contratto.

«Abbiamo dei dati e dei parametri - ha affermato Lorenzin - che sono legati alla sicurezza e tendenzialmente io sarei contraria alle deroghe delle deroghe».

A proposito del centro di protonterapia, Lorenzin ha osservato: «È evidente che un centro pubblico come questo deve lavorare a pieno regime e i Lea sono uno strumento importante perchè permettono di avere un accesso gratuito da tutte le parti del territorio nazionale.

Da una parte auspichiamo che i pazienti non siano tanti, perchè vorrebbe dire che la patologia è contenuta, ma ovviamente la possibilità di attrarre pazienti dal resto d’Italia e dall’Europa fa di questo centro un punto di riferimento a livello nazionale.

La transfrontaliera e la normativa europea, cui l’Italia ha aderito per prima, ci permettono anche di poter curare pazienti di altri Paesi, quindi di remunerare la produttività di questa struttura».

La ministra ha poi espresso il suo apprezzamento per il Nucleo elicotteri e il Soccorso alpino del Trentino: «Devo dire che è un nucleo bellissimo, con una importante tradizione di soccorso alpino, qui si insegna al resto del mondo come operare in montagna da tantissimi anni.

L’elisoccorso, abbinato ovviamente alla parte sanitaria, fa di questa Regione, anche nella parte del servizio notturno, una best practice a cui guardare. I dati clinici, epidemiologici e i risultati dell’attività che ho potuto vedere dimostrano che sono state salvate centinaia di vite umane, anche con interventi notturni molto rapidi ed efficaci, e questo è quello che dobbiamo realizzare in tutta la realtà nazionale», ha auspicato Lorenzin.

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