Rsa, l'Upipa contro le fusioni «calate dall'alto» da Zeni

«Siamo molto preoccupati dell'esito del dibattito in consiglio provinciale del prossimo 18 ottobre. Perché se, come è probabile, la proposta di mozione delle minoranze verrà respinta senza ulteriori spiegazioni o atti di indirizzo, si rischia di favorire le fusioni calate dall'alto, senza una visione strategica, e di bloccare, per anni, la possibilità di costruire una nuova impostazione complessiva del sistema dei servizi agli anziani».

Moreno Broggi, presidente di Upipa (Unione provinciale istituzioni per l'assistenza) scrive una lettera aperta ai consiglieri provinciali, in vista del consiglio straordinario convocato per martedì per discutere e votare la mozione delle minoranze, che chiede la «sospensione dell'accorpamento delle Apsp presenti sul territorio». Ed esprime in modo molto chiaro la contrarietà dell'associazione che unisce le 41 Apsp (Aziende pubbliche di servizi alla persona), che gestisco case di riposo (Rsa) in Trentino, rispetto al progetto di riduzione delle Aziende da 41 a 14 dell'assessore provinciale al welfare, Luca Zeni.

Dopo aver ripercorso nella lettera l'iter di un anno di discussione e confronto, dopo l'intervista all'Adige del 25 ottobre 2015 in cui Zeni per la prima volta aveva annunciato il progetto di riforma, allora prefigurando addirittura la fusione in un'unica azienda provinciale, Upipa - anche a fronte dell'ipotesi più «morbida» di lasciare 14 centri di gestione, uno per Comunità di valle - ribadisce ora a chiare lettere di: «Non poter accettare fusioni calate dall'alto».

Secondo Broggi ci sono motivazioni tecniche e organizzative (legate al radicamento territoriale e all'autonomia patrimoniale e gestionale). E ricorda di aver proposto «l'ipotesi di individuare - in alternativa - una Apsp capofila, che coordinasse poi le altre Apsp coinvolte» oltre ad aver proposto anche di «incentivare le fusioni, purché scelte e volute dalle Apsp interessate». Upipa conferma anche di aver condiviso la nuova prospettiva di riassetto del welfare in area anziani con l'istituzione dei Pua (Punto unico d'accesso) individuandone la collocazione più adeguata «all'interno delle Apsp.

Ma riscontra nelle ultime dichiarazioni dell'assessore Zeni una visione di «pura semplificazione della governance e di (ipotetica) riduzione dei costi amministrativi». Insomma, secondo Upipa manca un piano strategico mentre persiste solo l'idea di una «fusione delle Apsp fine a se stessa».
La lettera aperta di Broggi ai consiglieri provinciali si conclude dunque con un'affermazione netta: «Rifiutiamo con determinazione qualsiasi semplificazione che presupponga che accorpamento significhi di per sè risparmio di spesa». 

«Far precedere l'efficientamento economico- amministrativo, sostiene Broggi - attraverso la riduzione del numero delle Apsp, operazione più semplice e spendibile politicamente nell'immediato, rispetto alla visione di sistema del welfare anziani, operazione più complessa e necessaria, espone al rischio di far implodere il sistema delle Apsp, compromettendo e allontanando la possibilità di ridefinizione complessiva dei servizi agli anziani». Upipa teme infatti che «all'assessore interessi prioritariamente poter dichiarare di aver attuato il "piano straordinario di accorpamento delle Apsp"» obiettivo affidato al Dipartimento salute dal Documento di attuazione del Programma d sviluppo provinciale, ma se è così, conclude amaro Broggi «non era necessario impiegare tempo, risorse e consulenze, per ripiegare sull'obiettivo iniziale». 

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