Genitori tarantini a Papa Francesco «Venga nella nostra città offesa»

"Sua Santità, il dolore con cui parliamo della nostra terra è pari solo alla speranza di un Suo intervento, se non di una Sua visita, a favore della città di Taranto e dei suoi figli".

Lo scrive il gruppo dei Genitori tarantini in una lettera aperta rivolta a papa Francesco in cui descrivono l'emergenza ambientale e sanitaria a Taranto legata alle vicende dell'Ilva e invocano un "suo significativo intervento, la forte invocazione alla vita come bene primario. Lei - aggiungono - ha voluto sottolineare che 'la violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventì. Sua Santità, queste semplici parole entrano nel cuore e nelle menti dei Genitori tarantini come cicatrizzanti per le ferite che ormai da oltre 50 anni vengono inferte a Taranto e ai suoi figli tutti".

Nella missiva si rammentano i dati epidemiologici dell'Istituto superiore della Sanità, da cui emerge che "a Taranto la mortalità infantile registrata per tutte le cause è maggiore del 21% rispetto alla media regionale" e che "una perizia ordinata dalla magistratura tarantina, per i sette anni che vanno dal 2004 al 2010, fissa in 11.550 i morti direttamente ed indirettamente imputabili alle industrie inquinanti che sorgono alle porte della città".

"Felicissimi, qualora - concludono i Genitori tarantini - lo volesse, di farle visita, la salutiamo chiedendole, infine, una preghiera per noi tutti e per una delle più belle e antiche città di questa nostra Italia".

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