Provincia, buoni pasto sul cellulare Gestiti in proprio e per i ristoranti non ci sarà più la commissione

di Angelo Conte

I buoni pasto di 19.000 dipendenti pubblici del sistema Provincia da gennaio saranno gestiti totalmente in casa da parte dell'ente pubblico.

Con due aspetti unici in Italia di fatto. Il primo, spiega Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia che ha ideato il modello di gestione, è il fatto che i buoni pasto hanno una gestione pubblica (e non società private del settore, come Cir ad esempio o Ticket Lunch).

Il secondo: la commissione per i ristoratori e i pubblici esercizi che accetteranno il buono pasto sarà pari a zero (oggi va fino al 10%). I 6 euro di valore del buono pasto saranno tutti incassati dall'esercente pubblico.

In totale si parla di un costo annuo di 7,5 milioni di euro per i buoni pasto relativi a 19.000 dipendenti provinciali con oltre 1 milione di pasti annui in ballo.

La novità in arrivo per il servizio sostitutivo di mensa della Provincia, che consente come noto ai dipendenti dell'amministrazione di pranzare negli esercizi convenzionati con l'amministrazione, è stata annunciata ieri da Piazza Dante.
Come stabilito da una decisione assunta ieri dalla giunta su proposta del suo presidente, a partire dal 1° gennaio 2021, ovvero alla scadenza del precedente contratto di appalto, il servizio verrà gestito da Trentino Sviluppo spa.

La possibilità è prevista dalla legge sul personale della Provincia; considerato che l'ultima gara indetta non ha portato ad aggiudicazione, l'amministrazione ha deciso di affidare la gestione diretta del servizio ad una società in house, che ha già prodotto il relativo progetto di fattibilità.
Per l'interfacciamento con il sistema informativo provinciale e l'ottimizzazione delle procedure, Trentino Sviluppo si avvarrà, quale fornitore per la soluzione tecnologica necessaria per l'erogazione del servizio sostitutivo di mensa, della società Trentino digitale.

La nuova modalità dovrà consentire una gestione più efficiente ed economicamente autosufficiente del servizio mensa, per effetto dei meccanismi contabili e fiscali che determinano l'imponibile per esercenti e committenti. In particolare, sono attese una maggiore sostenibilità dei costi per gli esercenti, che potranno operare in assenza di commissioni, nonché un miglior servizio reso al personale, che disporrà del pieno valore del buono pasto (precedentemente scontato dall'esercizio al momento del suo utilizzo). Benefici sono previsti anche da una più forte valorizzazione della "filiera corta", ovvero dal'utilizzo intensivo di prodotti locali. Verranno meno infine gli adempimenti necessari per l'avvio di una nuova procedura di gara.

Il servizio e rivolto, oltre che ai dipendenti provinciali, anche agli enti del sistema pubblico provinciale trentino che regoleranno il rapporto con la società attraverso specifici accordi.
Lo strumento per la fruizione del servizio alternativo di mensa consiste a differenza del passato, in un'applicazione per smartphone in luogo del badge elettronico. E i ristoranti e i bar che aderiranno avranno una maggiore visibilità se offriranno prodotti a km 0 e di qualità trentina.
«Una ottima soluzione - sottolinea Nicola Malossini, esercente storico della città - L'adesione dei locali sarà credo più facile e ci sarà zero commissione. Un plauso a Nicoletti, ideatore di questa soluzione».

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