All'Università di Trento abbiamo un generatore di particelle per i "quantum bit fotonici"

L’Università di Trento, in collaborazione con l’Università di Bristol, ha realizzato un dispositivo che genera particelle di luce (fotoni) ideali per alimentare la capacità di calcolo quantistico. Il risultato della ricerca è stato pubblicato oggi sulla rivista «Nature Communications».
l chip dell’apparecchio, una sorgente di quantum bit fotonici realizzata su un circuito integrato in silicio, è stato messo a punto nell’ambito di una collaborazione tra i ricercatori dei due atenei.
I fotoni generati dal dispositivo, ha spiegato Massimo Borghi, uno dei ricercatori coinvolti, «sono piccoli mattoncini, ma di elevatissima qualità». «Le simulazioni ci dicono che con circa 150 fotoni ultra puri e indistinguibili - ha aggiunto - potremo sfruttare appieno la capacità computazionale dei computer quantistici oltrepassando di diversi ordini di grandezza quelle di un computer classico, entrando così nel famoso regime di supremazia quantistica».

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