Il lampo di una stella remota visto dagli scienziati italiani con il telescopio europeo

Un lampo molto potente, dieci volte superiore a quelli di cui e' capace il Sole, e' stato emesso da una stella quasi spenta, dalla massa appena sufficiente a innescare le reazioni nucleari che la tengono accesa. La scoperta e' pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ed e' stata possibile grazie al telescopio spaziale XMM-Newton dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).

La stella, che ha una massa inferiore a un decimo di quella del Sole, si chiama J0331-27 ed e' una nana bruna. Ha stupito perche' da stelle simili ci si aspetterebbe un'attivita' ridotta, mentre ha prodotto un brillamento, un cosiddetto flare, cioe' un'esplosione di raggi X molto intensa.

 


Le dimensioni di una nana bruna rispetto a quelle di Giove e del Sole (fonte: Nasa/Jpl-Caltech/Ucb)


"Il processo permette di liberare gran parte dell'energia immagazzinata nella stella. L'ipotesi - rilevano - e' che queste stelle di taglia piccola impieghino un tempo maggiore rispetto a una stella piu' grande per accumulare energia, per poi liberarla, pero', improvvisamente con un brillamento di grande entita'".

L'intensa esplosione di energia e' stata individuata analizzando un catalogo di circa 400.000 sorgenti di raggi X di XMM-Newton. Per Andrea De Luca, dell'Inaf di Milano, tra gli autori della ricerca, "c'e' ancora molto da scoprire negli archivi del telescopio europeo. In un certo senso - conclude - credo che questa sia la punta dell'iceberg".

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