I disturbi a lungo termine per malati covid: parla Susanna Cozzio, responsabile all'ospedale di Rovereto. «Per una minoranza problemi anche dopo sei mesi»

di Patrizia Todesco

A distanza di un anno come stanno le persone che si sono ammalate di Covid?

L'Apss ha disposto dei follow up a distanza di sei mesi e un anno per capire, soprattutto nei pazienti che hanno avuto bisogno di un ricovero, se il virus ha lasciato conseguenze a lungo termine. Secondo uno studio recentemente pubblicato su Lancet, più di tre quarti dei pazienti ricoverati con Covid-19 presentano ancora almeno un sintomo sei mesi dopo l'esordio della malattia. La situazione trentina sembra però migliore.

«La buona notizia è che la maggior parte dei pazienti recupera completamente nel giro di poche settimane - spiega la dottoressa Susanna Cozzio, responsabile dei malati Covid dell'ospedale di riferimento, quello di Rovereto - ma c'è una parte che lamenta problemi anche a distanza di sei mesi».

Considerato l'elevato numero di soggetti ricoverati in questo anno per il virus, mille solo a Rovereto, in alcuni casi le visite vengono effettuate in presenza, in altri si opta per la telemedicina.

«Dove, per questioni legati all'enorme carico di lavoro non siamo potuti arrivare noi, c'è sempre stata la possibilità per i pazienti di rivolgersi ai medici di famiglia che hanno valutato ogni situazione», rassicura la dottoressa.

A quali tipi di accertamento vengono sottoposti i pazienti che hanno avuto una forma severa di Covid a distanza di mesi?

A quelli che sono stati ricoverati in reparti ad alta intensità di cura con polmonite viene fatta una tac di controllo a distanza di sei mesi , ma sono previste pure prove di funzionalità respiratoria. Per gli altri pazienti è prevista invece una visita medica accurata.

E cosa è emerso da questi controlli che avete effettuato?

Sicuramente ci sono una serie di problemi che ripetutamente ci vengono comunicati. Sono soprattutto difficoltà a concentrarsi, cefalea, problemi di memoria, disturbi del sonno. Poi ci sono anche disturbi del sistema nervoso periferico, come alterazione della sensibilità, formicolii, vertigini. Tutti sintomi che non sono direttamente correlati con la gravità della malattia, ma possono essere riportate anche da chi ha avuto una forma lieve o moderata. Poi ci sono pazienti in cui il gusto e l'olfatto rimangono assenti o alterati a lungo, anche per parecchie settimane.

Problemi ai polmoni?

Anche tra chi ha avuto forme respiratorie gravi c'è chi è guarito del tutto e chi riporta delle cicatrici sui polmoni. A volte questo non provoca disturbi, altre volte si registra una funzione polmonare ridotta.

I cardiologi hanno parlato anche di qualche conseguenza a livello cardiaco con la necessità di effettuare controlli soprattutto agli sportivi professionisti.

Qualche ripercussione ci può essere, abbiamo notato qualche episodio di cardiopalmo e dolori toracici sia nella fase acuta che cronica. Vanno poi aggiunti una serie di sintomi all'apparato digerente, come diarrea, nausea e riduzione dell'appetito e altri legati all'apparato muscolare-scheletrico, come mialgie e artralgie.

Sembra che il Covid non risparmi nessun organo e nessun apparato.

No, nemmeno la sfera psicologico considerato che ci sono persone che a distanza hanno sviluppato problemi di ansia e depressione. E poi ci sono i problemi dermatologici, come eritemi diffusi.

Avete fatto un'analisi per capire in che percentuale i pazienti a distanza di sei mesi lamentano ancora conseguenze legate al Covid?

Non abbiamo ancora elaborato i dati. La maggior parte a distanza di sei mesi guarisce completamente. L'astenia, ossia la mancanza di forze, è forse uno dei sintomi che persiste più a lungo. Ora ci saranno i primi controlli a distanza di un anno e capiremo se tutto è rientrato o se ci sono ancora conseguenze.

Ma le persone con questi dolori e fastidi devono conviverci o ci sono soluzioni?

Quando i sintomi perdurano noi stessi possiamo valutare con uno specialista possibili soluzioni ed eventualmente prescrivere esami di secondo livello. Va detto che soprattutto i pazienti che sono rimasti a lungo intubati e ricoverati in rianimazione hanno avuto una consistente perdita di peso e di muscolatura e quindi necessitano anche di un periodo di riabilitazione.

La capacità di recupero, poi, necessariamente è strettamente legata all'età ed eventualmente anche alla presenza di altre patologie.

Nessuno dei ricoverati si è ammalato nuovamente?

No, fortunatamente nessuno. Anzi, la buona notizia e che su una certo quota di pazienti ammalati abbiamo fatto un controllo sierologico a sei mesi ed è emerso che c'erano ancora anticorpi in numero variabile. Non sappiamo per quanto, ma questo significa che anche a distanza c'è una certa copertura immunitaria.

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