Gran Bretagna, vaccino covid già dalla prossima settimana

La Gran Bretagna ha approvato l’uso del vaccino anti-coronavirus della Pfizer-BioNTech che sarà disponibile nel Paese a partire dalla prossima settimana.

Lo riferiscono i media britannici. Il Regno Unito diventa così il primo Paese al mondo ad approvare il vaccino della Pfizer-BioNTech per un uso diffuso.

Anche l’Agenzia europea del farmaco ha ricevuto una domanda di autorizzazione all’immissione in commercio condizionale del vaccino sviluppato da BioNTech e Pfizer.

La valutazione procederà secondo una tempistica accelerata. Un parere sull’autorizzazione potrebbe arrivare entro poche settimane. Se i dati presentati sono sufficientemente solidi per trarre conclusioni sulla qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino, il comitato scientifico per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’EMA concluderà la sua valutazione durante una riunione straordinaria prevista per il 29 dicembre, al più tardi.

In Italia sono attesi per fine gennaio 3,4 milioni di dosi, provenienti dallo stabilimento della multinazionale in Belgio, dove sarà prodotto il vaccino per tutto il continente europeo, all’interno di contenitori refrigerati che possono durare fino a 25 giorni purché adeguatamente riforniti di ghiaccio secco ogni cinque giorni. La filiera del trasporto, con il controllo satellitare anche della temperatura costante, sarà a cura dell’azienda. Una volta uori dal contenitore refrigerato, il vaccino deve essere inoculato entro sei-otto ore.

Queste prime dosi servireranno per le prime vaccinazioni e i richiami su 1,7 milioni di persone, individuate fra le categorie a rischio, a cominciare da operatori sanitari, anziani e immunodepressi.

Una volta che arriverà l’approvazione dell’Ema, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la recepirà in modo automatico», precisa.

Si è dimostrato efficace al 100% nel prevenire le tipologie gravi di Covid-19 e al 94,1% nel prevenire la malattia negli altri casi anche il candidato vaccino dell’altra azienda statunitense, Moderna, secondo i risultati dello studio di fase 3 su 196 volontari resi noti dall’azienda.
Moderna ha già fatto richiesta all’autorità statunitense per i farmaci Fda dell’autorizzazione per l’uso di emergenza, e all’Agenzia europea per i medicinali Ema di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata.

I risultati divulgati lascerebbero dunque ben sperare e si aggiungono a quelli degli altri due vaccini prossimi al traguardo, quello di Oxford-AstraZeneca-Irbm e di Pfizer-BioNTech.

Intanto, la commissione europea ha firmato formalmente con la società CureVac un nuovo contratto, già approvato da Bruxelles nei giorni scorsi, per la fornitura fino a 405 milioni di dosi di un vaccino anti-Covid.

È il sesto contratto firmato dall’Ue con altrettante case farmaceutiche. Sale così a circa due miliardi il numero complessivo di dosi di vaccini di cui l’Ue si è finora assicurata la fornitura: oltre a CureVac, 160 milioni di dosi dall’accordo con Moderna, 400 di dosi da AstraZeneca, 300 da Sanofi-Gsk, fino a 400 da Johnson & Johnson e fino a 300 milioni da, BioNTech-Pfizer.

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