Influenza, vaccini e diagnosi per distinguerla dal covid-19 Ecco i consigli degli esperti

«Guardando a quello che sta accadendo nell’emisfero australe, sappiamo che sono state individuate due varianti di influenza di tipo A e una nuova variante di tipo B e che la stagione influenzale potrebbe essere caratterizzata da un’intensità medio-alta: saranno tra i 6 e gli 8 milioni gli italiani che rimarranno a letto. Al tempo stesso notiamo come le azioni messe in atto per il contenimento della pandemia stanno limitando la diffusione della classica influenza, rendendola più blanda».

Lo ha detto il virologo Fabrizio Pregliasco, intervenendo al webinar organizzato da Assosalute «Gli italiani e l’influenza stagionale ai tempi del Coronavirus».

Rimane insomma centrale la capacità di distinguere la semplice influenza stagionale dai sintomi da Covid-19. Come dimostra la ricerca condotta da Assosalute, il timore più diffuso tra gli italiani è proprio quello di non essere in grado di saperli individuare prontamente, (33% degli intervistati), seguono il timore di non poter ricevere cure adeguate (14,7%), soprattutto tra gli over 65, e la paura di un nuovo isolamento (14%), specie tra i più giovani.

«Distinguere la normale influenza dal Covid-19 non è così semplice - ha spiegato Pregliasco -: nonostante i due virus siano diversi, i sintomi che caratterizzano l’influenza e il Covid-19 sono molto simili. L’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è quello di eseguire il tampone».

In proposito, il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, Claudio Cricelli, ha ricordato che  «rispetto alle passate stagioni influenzali, l’indicazione quest’anno è di non aspettare di vedere se i sintomi influenzali passano in tre giorni prima di sentire il proprio medico, ma di contattarlo telefonicamente quando insorgono».

E ha concluso: «La copertura vaccinale che vogliamo raggiungere quest’anno è molto più alta, la campagna andrà avanti anche a novembre e dicembre, con la cosiddetta vaccinazione tardiva»«.

Si è svolto anche un nuovo incontro tra i rappresentanti del ministero della salute e di Fofi, Federfarma e Assofarm per discutere della disponibilità dei vaccini antinfluenzali nelle farmacie di comunità.

I rappresentanti dei farmacisti e delle farmacie hanno naturalmente convenuto sulla necessità di assicurare la massima copertura possibile contro l’influenza stagionale alle categorie a rischio - bambini, anziani e malati cronici. Hanno altresì ribadito l’importanza di poter garantire, ai fini di limitare la circolazione del virus influenzale, analoga copertura alla popolazione attiva: le persone che ogni giorno si recano al lavoro, frequentano i mezzi pubblici e hanno una più intensa vita di relazione.

«È senz’altro un fatto positivo che le Regioni abbiano deciso di destinare una parte di vaccini alle farmacie, ma la quantità prevista - circa 250.000 dosi - è assolutamente insufficiente a raggiungere questo obiettivo, soprattutto quest’anno, quando si prevede un notevole aumento della richiesta, che potrebbe raggiungere 1,5 milioni di dosi rispetto a una media di circa un milione» si legge in una nota. Il ministero ha convenuto sulla correttezza di queste osservazioni e ha attivato i dovuti canali per trovare entro i prossimi giorni una soluzione che consenta di rispondere ai bisogni della popolazione non compresa nelle categorie a rischio. FOFI, Federfarma e Assofarm ringraziano infine il ministro Speranza «per l’impegno dimostrato» e auspicano che «si giunga al più presto a una conclusione positiva a vantaggio innanzitutto della tutela dei cittadini».

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