Super-batteri resistenti agli antibiotici attuali per l'Oms «un problema grave»

L’antibioticoresistenza è oggi più che mai una minaccia concreta, che esige una risposta di contrasto immediata. Il nuovo allerta arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): il tempo a disposizione per evitare conseguenze catastrofiche in termini di salute pubblica sta per scadere e gli Stati, insieme all’industria farmaceutica, avverte l’Oms, devono investire di più e subito nella ricerca di nuovi antibiotici.

«Mai la minaccia dell’antibioticoresistenza è stata più immediata ed il bisogno di soluzioni più urgente», afferma il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, avvertendo che il «declino degli investimenti privati e la mancanza di innovazione nello sviluppo di nuovi antibiotici sta minando gli sforzi per combattere le infezioni resistentì. È necessario - rileva - che i Paesi e l’industria farmaceutica intensifichino gli sforzi e contribuiscano con fondi sostenibili e nuovi farmaci». La gravità della situazione è confermata dai due ultimi rapporti in materia pubblicati appunto dall’Oms: i 60 nuovi prodotti in sviluppo (50 antibiotici e 10 farmaci biologici), si evidenzia nei due studi, «aggiungono un ridotto beneficio rispetto ai farmaci esistenti, e sono pochissimi quelli indirizzati contro i batteri resistenti più critici, come i gram-negativi». In particolare, dei 50 antibiotici in sviluppo, 32 sono mirati ai patogeni più pericolosi secondo l’Oms ma con benefici limitati rispetto agli antibiotici attuali. Due tra questi, inoltre, sono attivi contro i batteri gram-negativi multiresistenti che «si stanno diffondendo rapidamente e - afferma l’Oms - richiedono soluzioni urgenti».

Ed ancora: i due rapporti evidenziano anche una «preoccupante» riduzione di attività nella ricerca contro la proteina multiresistente NDM-1 (New Delhi metallobeta-lactamase 1), con soli tre antibiotici in sviluppo. NDM 1 rende i batteri resistenti a molti antibiotici, inclusi quelli della famiglia dei carbapenemici che oggi rappresentano l’ultima linea nella difesa contro le infezioni da batteri antibiotico-resistenti.

I reports dell’Oms evidenziano inoltre come la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici siano condotti principalmente da aziende medio-piccole, mentre le aziende farmaceutiche più grandi continuano ad abbandonare il campo. Sono 12, spiega l’Oms, le classi di batteri (più il bacillo della tubercolosi) che rappresentano un rischio crescente per la salute umana, poichè sono resistenti alla maggioranza dei trattamenti oggi disponibili. Allo studio in fase pre-clinica, poi, ci sono altri 252 agenti, ma gli studi sono in fase iniziale e lo scenario più ottimista prevede che al massimo 5 di tali farmaci possano essere resi disponibili in circa 10 anni. L’Oms punta comunque a rendere disponibili per i cittadini 5 nuovi antibiotici entro il 2025.

È «importante focalizzare gli investimenti pubblici e privati sull’antibioticoresistenza perchè stiamo per esaurire le opzioni, ma dobbiamo anche assicurare che, una volta messi a punto - conclude Hanan Balkhy, responsabile Oms per la resistenza antimicrobica - i nuovi trattamenti siano disponibili per tutti coloro che ne hanno bisogno».

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