I fumatori sono 1,1 miliardi In calo ma non abbastanza

Sono sempre di più i Paesi che mettono in atto misure contro il fumo, che “coprono” ormai cinque miliardi di persone nel mondo, eppure il numero dei fumatori scende a un ritmo decisamente basso, e insufficiente a raggiungere tutti gli obiettivi.

A rimarcarlo è la settima edizione del rapporto sul fumo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), presentata ieri, che chiede più azioni contro questi «prodotti mortali».

Nel mondo nel 2017, sottolinea il rapporto, c’erano ancora 1,1 miliardi di utilizzatori del tabacco sopra i 15 anni, un numero ‘caparbiamente altò.

A questi si aggiungono 367 milioni di persone che usano prodotti “senza fumo”. Nel mondo fumava nel 2017 il 19,2% degli adulti, una percentuale inferiore appena del 3,3% rispetto a dieci anni prima.

A usare prodotti del tabacco sono più gli uomini, con una prevalenza del 32,7%, mentre le donne fumatrici sono il 5,8%, e nei paesi ad alto reddito il tasso è doppio rispetto a quelli più poveri. Il tasso dei fumatori è in discesa ovunque, ma la crescita della popolazione mondiale fa sì che i numeri assoluti restino alti.

Molti governi, sottolinea l’Oms, stanno raggiungendo traguardi nel mettere in pratica le misure contro il tabagismo suggerite dall’Organizzazione, con 5 miliardi di persone nel mondo che vivono in paesi che ne hanno implementata almeno una, come ad esempio il divieto di fumare o l’utilizzo di pacchetti con immagini shock. Sono sei le misure efficaci, sottolinea il segretario generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, descritte con l’acronimo ‘mpower’. Si va dal monitoraggio stretto del numero dei fumatori e delle politiche di prevenzione alla protezione delle persone dal fumo, dall’offerta di aiuto ai tabagisti per smettere alla sempre maggiore diffusione delle informazioni sui danni del tabacco, per finire con il bando di tutte le forme di pubblicità e con l’aumento delle tasse sui prodotti.

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