La Provincia taglia gli aiuti ai pazienti celiaci; scontro fra Segnana e l'Associazione

La Provincia autonoma di Trento taglia i contributi ai celiaci per l'acquisto di cibi senza glutine. Lo ha fatto con una delibera di venerdì scorso, che mette ora in difficoltà molte famiglie.

Tecnicamente si chiama "adeguamento dei tetti di spesa previsti per l'erogazione dei prodotti senza glutine e il contestuale aumento delle fasce di età" e arriva, sulla base di quanto disposto dal decreto ministeriale dell’agosto 2018: sono queste le principali modifiche del dispositivo adottato dalla giunta provinciale.

In Trentino esiste una specifica norma provinciale, approvata nel 2011, che prevede interventi a favore di persone affette da celiachia, una malattia causata dalla reazione ad una proteina del glutine, presente nel grano e in altri cereali comuni, quali orzo e segale. Il numero delle persone colpite è in costante aumento, se infatti nel 2014 erano circa 1.800 le persone che in provincia di Trento beneficiavano degli interventi previsti dalla legge, nel 2016 il numero era salito a 2.151 e nel 2018 si è attestato a 2.427 di cui 771 maschi e 1656 femmine. I celiaci trentini possono contare sull’erogazione delle somme in via anticipata a cadenza trimestrale e possono recarsi presso qualsiasi rivenditore di prodotti dietetici senza glutine.
Si tratta di una modalità innovativa e unica in Italia.


La modifica dei tetti di spesa e delle fasce di età sono inserite nell’ambito di una revisione nazionale, che tiene conto della riduzione dei costi degli alimenti senza glutine e dei fabbisogni energetici della popolazione definiti dalle più recenti evidenze scientifiche. Per questo i tetti di spesa mensili sono diversi per età, con un ampliamento delle fasce di età da 4 a 6, e per sesso. I prezzi medi utilizzati sono quelli di pane, pasta e farine ricavati nel solo canale di distribuzione prevalente, ovvero quello delle farmacie, prezzi che risultano diminuiti del 7% in media dal 2001 (del 33% nella grande distribuzione). Inoltre i valori mensili così calcolati sono stati tutti incrementati di una percentuale pari al 30% per tener conto di particolari esigenze nutrizionali.
I nuovi limiti sono: 6 mesi - 5 anni: 56 euro, indifferenziato maschi / femmine; 6 - 9 anni: 70 euro, indifferenziato maschi / femmine; 10 - 13 anni: 100 euro maschi - 90 euro femmine; 14 - 17 anni: 124 euro maschi - 99 euro femmine; 18 - 59 anni: 110 euro maschi - 90 euro femmine; dai 60 anni in poi: 89 maschi - 75 euro femmine.

Numerose le proteste, alle quali l'assessore provinciale Segnana ha replicato con una nota dove si precisa che «il provvedimento adottato ha recepito il decreto ministeriale che fissa i nuovi limiti di spesa individuati dopo un’attenta valutazione non solo economica».

«Il Trentino - sottolinea Segnana - è stata l’ultima tra le regioni e le province autonome ad adeguarvisi, mantenendo fino ad oggi gli importi in essere da anni. Le altre realtà regionali avevano già recepito i contenuti del decreto ministeriale entro la fine dello scorso anno. Da noi si è arrivati all’adeguamento dopo un confronto con l’associazione di riferimento, durante il quale sono stati presentati l’iter e i dati che hanno portato a livello nazionale all’introduzione delle modifiche dei tetti di spesa». «La Provincia autonoma di Trento - prosegue Segnana - è l’unico ente a prevedere il versamento diretto dei contributi sul conto corrente degli utenti mentre nelle altre realtà è in uso una card da utilizzare negli esercizi convenzionati. Va ricordato inoltre come dal 2015 al 2018 il numero dei pazienti diagnosticati nella nostra provincia sia passato da 2006 a 2427 con un contestuale aumento di spesa a carico della Provincia, che è passata da 2.580.526 a 3.123.640 euro. I dati dicono inoltre che nella fascia 0-6 anni il numero dei celiaci rappresenta una minima percentuale rispetto al totale. Ricordo infine che oggi i prodotti per celiaci sono disponibili su tutto il territorio nei diversi esercizi commerciali mentre in passato potevano commercializzarli solo le farmacie».

Alle nota diffusa ieri dall’assessore Stefania Segnana sul taglio ai contributi provinciali ai diagnosticati per l’acquisto degli alimenti senza glutine, replica oggi la sezione trentina l’Associazione italiana celiachia (Aict).
«Proprio il fatto, ricordato dall’assessore, che il Trentino è stata l’ultima tra le regioni e le province autonome ad adeguarsi al decreto ministeriale e abbia mantenuto fino ad oggi gli importi in essere da anni (importi che ci distinguevano positivamente rispetto al resto d’Italia insieme al diverso e miglior sistema di erogazione) - sottolinea l’Aict - aveva alimentato nelle persone affette da celiachia residenti nel nostro territorio la comprensibile aspettativa che la giunta provinciale non intendesse limitarsi a recepire pedissequamente la drastica riduzione dei limiti di spesa introdotta a livello nazionale nel 2018.

Aspettativa giustificata anche dal confronto tra l’assessorato e Aict che aveva evidenziato il problema delle fasce deboli che sarebbero state maggiormente colpite dai tagli».
«Grande è stata quindi la delusione - prosegue la nota - nel constatare che con questa decisione la Provincia ha semplicemente e immotivatamente ritardato di molti mesi questa decisione rispetto alle altre regioni. E ora tenta di giustificare il ritardo sostenendo di essere stata obbligata ad applicare anche in Trentino il decreto ministeriale».

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