Boom di fratture tra gli over 65 anni

Le fratture, soprattutto quelle del femore, rappresentano una seria minaccia per gli anziani ed un costo pesante per il Servizio sanitario nazionale: in Italia ogni anno più di 175 mila persone fanno ricorso al pronto soccorso per fratture di femore (90 mila) vertebrali (70mila) e polso (15 mila), e in quasi l’80% dei casi si tratta di donne con un’età superiore ai 65 anni.


La frattura del collo del femore è caratterizzata da una percentuale di mortalità pari al 5% in fase acuta e del 15-25% entro un anno. Il bilancio arriva dal 103/mo Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia alla Fiera del Levante di Bari. Secondo i presidenti del Congresso, Biagio Moretti e Vincenzo Caiaffa, «i notevoli costi socio-sanitari di una patologia così diffusa e invalidante rappresentano una vera e propri sfida per il Sistema sanitario. Le Aging Fractures, ovvero le fratture da fragilità dei pazienti anziani, rappresentano spesso la conseguenza di una fragilità scheletrica secondaria in genere all’osteoporosi».

Proprio l’incremento dell’incidenza di questa malattia, avvertono gli esperti, «viene definito come epidemia silenziosa perché spesso resta una patologia sotto diagnosticata e senza un adeguato trattamento farmacologico finalizzato alla prevenzione delle fratture da fragilità, responsabili di gravi disabilità motorie con riduzione della qualità della vita e conseguente perdita della autonomia». Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa dell’osteoporosi ogni tre secondi si verifica una frattura di femore, di polso o di vertebra, e nelle donne con età superiore ai 45 anni le fratture da osteoporosi determinano un numero di giornate di degenza ospedaliera maggiore rispetto ad altre patologie quali l’infarto, il diabete o il tumore della mammella.

Per questo, dagli ortopedici arrivano alcuni consigli, semplici ma efficaci: «Gli antiscivolo nelle docce e la riduzione del numero di tappeti a casa sono ad esempio - affermano - delle misure preventive che possono evitare cadute e fratture». Tra i fattori di rischio correggibili, invece, i principali sono le carenze alimentari di calcio e un’inadeguata assunzione di vitamina D che nell’anziano deve quasi sempre essere integrata farmacologicamente. Inoltre, per prevenire ulteriori fratture da fragilità è indispensabile impostare un’adeguata terapia farmacologica. Ad oggi, sono numerosi i farmaci a disposizione e deve essere lo specialista ad impostare la terapia più idonea per ogni singolo paziente.

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