Bertoldi (Protezione civile) «L'elicottero può avere intoppi»

«C'è stato un problema tecnico per cui l'elicottero ha dovuto ritornare alla base di Mattarello. Tra l'altro ci sono protocolli di sicurezza ben oliati e imposti da Enac (ente nazionale per l'aviazione civile) che lo prevedono. E con quel tipo di "alert" il ritorno è obbligatorio».

L'ingegnere Roberto Bertoldi, responsabile del dipartimento della Protezione civile, non entra nei dettagli dell'avaria che ha ritardato l'arrivo della «squadra volante» a Cavalese.

«Nel frattempo - dice Bertoldi - era stato comunicato alla base di preparare il secondo elicottero - continua Bertoldi -, quindi l'equipaggio è smontato da una macchina ed è salito sull'altra». Ma chiaramente il tempo non si ferma e, nonostante i tempi ridotti al massimo, nel frattempo il bambino era già nato.

«Un problema tecnico è pur sempre possibile. Si perde tempo prezioso? Non scherziamo: quando si accendono certe spie ci sono sono delle vite in ballo.

E non penso solo all'equipaggio (quella sera erano in sei), a bordo poteva esserci anche la mamma con il bambino! I protocolli vanno rispettati, ed è quello che è stato fatto». «E poi che vuol dire? - conclude -.L'elicottero può dover tornare alla base anche i caso di maltempo, così come può essere costretto a restare a terra.

Ma se si organizza la sanità in siffatto modo non si può poi contare sul fatto che le macchine siano perfette».

Sull'evento il consigliere provinciale Giacomo Bezzi ha subito presentato un'interrogazione: «Ma con l'elicottero non si risolvevano i problemi delle emergenze sanitarie degli ospedali periferici?». «Anche in questo caso tutto è andato a buon fine - afferma - ma certo non si può sempre confidare nella provvidenza, perciò quanto successo dovrebbe far riflettere l'assessore alla sanità affinché si trovi una soluzione diversa per sopperire alla mancanza di anestesisti, ginecologi e pediatri nei piccoli ospedali di valle, in modo da evitare in futuro una tragedia».

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