Incivili in quota al Roda di Vael tra escrementi e falò

di Leonardo Pontalti

Come non bastassero i problemi organizzativi legati all’emergenza Covid, in quota i rifugisti si ritrovano a dover fronteggiare una piaga che purtroppo non conosce stagioni. Quella dell’inciviltà.

La conferma, addirittura prima ancora che l’estate turistica cominci davvero, è arrivata in questi giorni dalla Val di Fassa. Mercoledì Roberta Silva, autentica “anima” del Roda di Vael, salita per proseguire con i lavori di preparazione della stagione dopo qualche giorno a valle, ha trovato evidenti segni di una maleducazione che purtroppo non segue la fisica dell’aria: neppure in quota si presenta rarefatta.

«Qualcuno salito in questi giorni non ha trovato di meglio da fare che espletare i propri bisogni sui muri esterni del rifugio - ha spiegato - per poi andare oltre e infilare i fazzoletti sporchi sotto una porta e tra alcune assi della copertura esterna».

E ancora: «Abbiamo trovato della legna bruciata vicino alle cataste nei pressi del locale del generatore. Oltre al poco rispetto legato al fatto di aver acceso un falò in un’area recintata - quella del rifugio, quando attorno non c’è che spazio - danneggiando il prato, si deve sottolineare anche la pericolosità di aver buttato i resti del falò in una zona a rischio. Sarebbe bastato anche solo qualche tizzone ancora caldo per fare un disastro».

Energica ma paziente, Roberta Silva di solito non è avvezza alle lamentele ma stavolta ha deciso di segnalare il tutto sui social: «Ho pensato fosse giusto farlo soprattutto in questo momento. Sarà una stagione diversa e più complicata per tutti. Questo genere di cose è sempre stato spiacevole è fastidioso ma quest’anno lo sarà ancora di più: meglio evitare e ricordarlo a tutti per tempo, anche se non dovrebbe servire farlo con persone rispettose e serie».

Quest’anno più che mai, come aveva ricordato solo qualche giorno fa un’altra donna alla guida di un rifugio del Trentino, Eleonora Orlandi dell’Altissimo - «sarà necessario poter contare sulla collaborazione di tutti, i nostri ospiti e i frequentatori della montagna in generale». Non solo in merito al rispetto delle disposizioni anti contagio, ma parlando di rispetto, in generale.

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