Dopo tanta neve si apre la stagione dei rifugi Tutto pronto, ma attenzione allo stato dei sentieri

di Ugo Merlo

La neve di maggio in quota in buona parte si è già sciolta. E allora la stagione dei rifugi (150 in Trentino di cui 35 della Sat) parte regolarmente, anche se la montagna è da alcuni anni frequentata in tutte le stagioni. 

Nella tradizione del popolo delle vette rimangono un punto fermo le date d'apertura dei rifugi il 20 giugno e quella di chiusura il 20 settembre, anche se ormai vengono spesso anticipata la prima e posticipata la seconda, clima permettendo. 

La stagione si apre dunque ufficialmente, anche se questa estate 2019 sarà inevitabilmente condizionata dai problemi che ci sono su alcuni sentieri danneggiati dalla tempesta Vaia di fine ottobre 2018.

Ma turisti ed escursionisti potranno rivolgersi ai gestori o al sito della Sat, sul quale i sentieri inagibili sono segnalati, per raccogliere informazioni utili.

Ma veniamo al dettaglio, in un viaggio tra le tante strutture del territorio. 


Presanella. 

Il Rifugio Giovanni Segantini ai 2.371 metri della val d'Amola, si trova sulle pendici della Presanella, la vetta più alta interamente in Trentino, con i suoi 3.558 metri. «Siamo aperti e siamo qui in quota da più di una settimana - dice Egidio Bonapace, guida alpina e maestro di sci - perché abbiamo dovuto spalato un bel po' di neve».
In zona c'è anche il Francesco Denza sul versante nord della Presanella ai 2.298 metri. «Siamo aperti dal primo di giugno - spiega il gestore Mirco Dezulian -, come gli altri anni. Le condizioni sono ottime e la neve quassù e ancora buona per lo sci alpinismo. La strada per i Forti Alti è stata riaperta e quindi si arriva al Denza per il classico sentiero».

Gruppo Brenta.

Al Rifugio Pedrotti alla Tosa (2.491 metri sotto la Bocca di Brenta) ci sono la guida alpina Franco Nicolini, che gestisce la struttura con la moglie Sandra ed i figli campioni di sci alpinismo Elena e Chicco. «Apriamo lunedì 17: abbiamo spalato un po' di neve, ma non siamo mai stati in uno stato d'emergenza. Quest'anno festeggeremo il 4 luglio alla Busa degli Sfulmini i 120 anni della prima salita al Campanil Basso».
«Qui all'Agostini in alta val d'Ambiez a 2.410 apriamo oggi - dice Roberto Cornella, lassù con la famiglia ed il papà Ignazio, storico gestore dell'Agostini - e la situazione è in linea con gli altri anni, la neve si sta sciogliendo».
Al Fratelli Garbari ai XI Apostoli il gestore è la guida alpina Aldo Turri: «Ci stiamo organizzando per l'apertura classica del 20 di giugno. La situazione è in evoluzione e la neve sta andando via».
Aperto tutto l'anno è invece il Graffer (2.261 metri sul Grostè) e ci lavora la guida alpina Roberto Manni: «C'è ancora un bel po' di neve e si può fare sci alpinismo. È una situazione che non vedevamo da anni, ma non anomala».
In attesa del 2020, con i lavori della discussa ristrutturazione, al rifugio Alberto e Maria sul Brentei c'è Michele, figlio del gestore Luca Leonardi: «Siamo saliti da alcuni giorni e con il caldo la molta neve si sta sciogliendo rapidamente. L'apertura ufficiale è proprio oggi».
Raffaele Alimonta dell'omonima struttura a quota 2.580, dopo aver festeggiato lo scorso settembre i 50 anni del rifugio di famiglia, ci spiega che «Noi saliremo il 20, però reputo molto difficile che salgano alpinisti. L'accesso all'alta quota è ancora un po' complicato perché si sprofonda molto nella neve primaverile. Le Vie delle Bocchette non sono ancora percorribili. Bisogna aspettare che la neve si assesti e si sciolga».
«Il Tukett e il Sella sono aperti - racconta Alberto Angeli, con a fianco papà Daniele - e le condizioni, sono in linea con gli altri anni. Nonostante le neve di primavera non abbassiamo la guardia, per i problemi idrici».

Parco dello Stelvio.

Mario Casanova, è al Mantova, sotto il Vioz, sin da bambino. «Ho fatto alcune perlustrazioni cammina sulla neve sin dal Dos dei Cimbri. Apriremo il 20 e saremo raggiungibili anche con la funivia, ma quel sentiero sarà agibile all'apertura dell'impianto il 23 di giugno».
Manuel Casanova gestisce invece il Larcher, a 2.607: «Apriremo per il fine settimana del 22, anche se c'è qualche problema di accesso, perché la strada che porta a Malga Mare non è del tutto percorribile. C'è ancora un bel po' di neve».
Un rifugio in rosa è il Dorigoni: «Saliamo domani - spiega Cecilia Jachelini - e saremo operativi con il prossimo fine settimana. Per quanto riguarda gli accessi, dalla val di Rabbi non ci sono problemi, mentre gli itinerari dai 2.500 ai 3.000 metri non sono ancora stati percorsi, ma con ciaspole o sci da alpinismo si possono fare».
Adamello.
Apertura il 20, come conferma Romano Ceschini, ai Caduti dell'Adamello, mentre lunedì sarà il turno del Città di Trento, gestito da Davide Galazzini «Apriamo in contemporanea con l'apertura della strada della Val Genova e della funivia del Tonale. In questi giorni la neve è andata via quasi tutta. Il sentiero è e perfettamente agibile, dopo che sono state tolte alcune piante schiantate dalla tempesta della fine di ottobre».
Marco Bosetti del Dante Ongari ai piedi del Carè Alto ci dice che «Siamo al rifugio da alcuni giorni e abbiamo lavorato molto per la presa dell'acqua. Anche la turbina è in funzione nel nostro rifugio fossil free».

Lagorai.

Aperto da sabato 15 l'Ottone Brentari: «Per salire in vetta alla Cima d'Asta - spiega Emanuele Tessaro - consigliamo piccozza e ramponi».
Stagione al via il 20 al Sette Selle, come racconta Lorenzo Ognibeni: «Siamo qui nel fine settimana e dal 20 siamo aperti fino a fine settembre. Fino al rifugio non c'è neve, mentre per i sentieri al Passo Palù e alla croce del Laner ci sono ancora dei problemi e il sentiero di collegamento con il lago di Erdemolo è ovviamente ancora innevato».

Catinaccio.

Marco De Silvestro, che gestisce il rifugio di famiglia Gardeccia, spiega che «siamo quassù da una settimana e stiamo ultimando i lavori per la stagione 2019. La neve si è sciolta e sta andando via molto velocemente, anche in alto».
Aperto dall'1 giugno il Rifugio Principe di Sergio Rosi, mentre il Roda di Vael di Roberta Silva ha aperto da una settimana con un evento per ricordare Theodor Christomannos, il geniale pioniere del turismo nelle Dolomiti. «Il 28 settembre ripetiamo l'evento dedicato a Christomannos ed avremo molti eventi dedicati ai bambini e al decennale delle Dolomiti patrimonio Unesco oltre all'osservazione delle stelle a settembre».
Oggi il via, invece, all'Antermoia: «Abbiamo fatto - dice l'ex campione di sci alpinismo Martin Riz- un grande lavoro per la molta neve, che sta andando via rapidamente, grazie al caldo».

Marmolada.

Dopo due settimane di duro lavoro porte aperte al rifugio Ghiacciaio Marmolada gestito da Davide Menegazzi: «Abbiamo avuto qualche disagio, anche qui la neve primaverile si è fatta sentire, ma adesso siamo pronti».
Gruppo del Sella.
Al Boe, 2.893 metri sul Sella, c'è come sempre Lodovico Vaia. «Ci sono ancora 5 metri di neve, abbiamo dovuto spalare un bel po' e da lunedì siamo aperti. Contemporaneamente riprenderanno i lavori per il nuovo rifugio, che dovrebbe essere terminato a settembre. Per me è un traguardo, che sognavo dal 1999: quest'anno festeggio i 30 anni di gestione del Boè».

Aperto da venerdì scorso anche il rifugio Capanna Piz Fassa, sul Piz Boè a quota 3152.

Pale di San Martino.

Mariano Lott del rifugio Pedrotti al Rosetta (nella foto) è al lavoro per aprire il 20 giugno, così come Elisa Bettega, nuova gestrice del Velo della Madonna. Al il Pradidali di Duilio Bonisegna partirà nella data ufficiale del 20, considerato che «il sentiero di accesso dalla val Canali è ancora da sistemare e mettere in sicurezza, quindi non transitabile. Per quanto riguarda l'accesso dal Pedrotti, c'è ancora molta neve e ci vorranno alcuni giorni prima che si liberi».

Appena oltre il confine bellunese apre anche un altro rifugio molto frequentato, il "Volpi" al Mulaz, che si trova sotto l'omonima cima ed è raggiungibile dalla val Veneggia, dal passo Valles, da Falcade e dalal val di Gàres (Canale d'Agordo).

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