Da Paco Rabanne ai Moon Boot: la moda celebra lo sbarco sulla luna

Lo sbarco dell'uomo sulla Luna, il 20 luglio 1969, giusto 50 anni fa ha affascinato il mondo della moda: Paco Rabanne, Courrèges, Pierre Cardin, perfino le classiche Sorelle Fontana, sarte delle dive di Hollywood negli anni della Dolce Vita, fino ad arrivare ai nostri giorni a Moncler, Emporio Armani, Blumarine, in molti sono stati e sono tuttora ispirati. C'è perfino chi, come Moon Boot, festeggia lo stesso compleanno nel 2019. Il marchio dei celebri doposci ha celebrato la ricorrenza con una mostra a Firenze durante Pitti Uomo 95. Un viaggio nella moda e nel costume partendo dall'intuizione creativa di Giancarlo Zanatta, fondatore dell'azienda, che affascinato dall'avventura umana sulla Luna decise d'ispirarsi allo sbarco leggendario. 

Ma lo stile 'Barbarella', l'indimenticabile eroina galattica interpretata da Jane Fonda e vestita nel film da Paco Rabanne, continua a mietere seguaci. Sexy tute super aderenti, corte e audaci, tessuti dagli affetti metallici - il lurex era stato inventato addirittura negli anni Quaranta - alluminio, plastica paillettes giganti e plexiglass, sono in vetrina anche ai nostri giorni. La moda spaziale arriva un anno prima dello sbarco di Neil Armstrong sulla Luna. Già nel 1968 si vedono abiti dai tagli geometrici, forme squadrate, colori siderali, ispirati alle prime sperimentazioni spaziali. I grandi sarti del periodo venivano letteralmente "stregati" da quelle imprese dell'uomo. Già nel 1964 Courrèges aveva presentato la collezione Space age, portando in passerella mannequin, come si chiamavano allora le modelle, con mini abiti e body aderenti fatti con materiali sintetici, plastica e vinile per tubini lunari, portati con stivali bianchi. Le moon girls dello stilista portavano parrucche color argento, occhiali da sole ridotti a fessure, cibernetici, gonne di plastica, caschi, stivali. Erano tutte molto pallide, come voleva la moda dell'epoca, incarnato lunare come ostentano anche oggi Nicole Kidman, Cate Blanchett, Catherine Zeta Jones. Lunare è anche Pierre Cardin che anticipa i tempi ispirandosi allo spazio con la collezione F/W 1966/67, a base di tubini con colli ad anello come le tute degli astronauti e cappelli-casco. Qualche anno dopo Paco Rabanne sfila con abiti creati con materiali come alluminio, plastica, plexiglass, fibre ottiche. Una scelta che provoca sconcerto perfino in Coco Chanel: "Questo non è un sarto, ma un metallurgico". André Courrèges esplora la "Sputnik couture" ispirata ai romanzi di Asimov, prefigurando il futuro con la moda metallica, ripresa poi nel concept di Thierry Mugler che scolpisce silhouette dalle ampie spalle e la vita sottile, tra lo stile fetish e il cyber, anticipando un futuro tecnologico. Collezione lunare persino da Mary Quant, spregiudicata creatrice della minigonna che incantata dalla luna le dedica una collezione: abiti a trapezio, declinati sulle tonalità del bianco, sul capo cappelli con le antenne.

Nel frattempo in Italia, il marchese Emilio Pucci disegna le stelle per le tute degli astronauti della Nasa nella missione Apollo 15, e qualche tempo dopo viene incaricato di creare le divise per hostess e personale di una compagnia aerea. In tempi più vicini sono lunari Nicolas Guesquieres per Balenciaga, José Miro con la sua collezione Space Fashion, Francisco Costa per Calvin Klein, ma anche Angela Missoni con l'oro liquido delle tuniche da sera e Derek Lam con i suoi spolverini lamé. Molto lunare anche lo stile Moncler Genius disegnato da Pierpaolo Piccioli. Blumarine rivisita l'uniforme degli astronauti trasformandola in un completo con pantaloni larghi e sahariana glitterata. Da Emporio Armani la minigonna è ricoperta di micro-placchette che ricordano i pannelli solari delle navicelle. La collezione Uomo è visibilmente propriettata nello spazio e nel futuro Da Moschino le micro paillettes disegnano lampi di luce o nella lunga tunica trasparente di Tom Ford tute dai bagliori argentei.

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