Giorgia Valenti, a New York per stare sul palcoscenico

La sua vita, i suoi ventuno anni di vita, sembrano il copione di un film

di Matteo Lunelli

Ha preso la sua valigia, a 17 anni, ed è partita. Destinazione New York. Obiettivo: stare sul palcoscenico e provare a rendere realtà il sogno che cullava fin da piccola, come tante ammaliata da Billy Elliot e Flash Dance. La danza, ma soprattutto la recitazione e il teatro e, perché no, un pizzico di cinema, di carriera da modella e mettiamoci pure il canto. Insomma, l'arte. 

Lei è Giorgia Valenti e la sua vita, i suoi ventuno anni di vita, sembrano il copione di un film. Nata a Trento, poi vissuta per un periodo a Treviso e poi quando aveva solo dieci anni la partenza per l'India, a Bangalore, insieme al papà, imprenditore nel campo tessile, alla mamma, milanese trapiantata in Trentino, e alla sorella.  «Per me il concetto di casa è molto diverso rispetto agli altri. Ma so che quando torno in Trentino, dove ho tanti parenti, e sento quell'aria di montagna riconosco che lì è la mia casa. D'altra parte è il luogo dove sono nata». Da quattro anni la sua casa è però New York. Prima un appartamento a East Village, ora a Brooklyn. 

«La città del teatro per eccellenza, un luogo overwhelming , ovvero travolgente, stimolante. Pure troppo in realtà, visto che le opportunità te le buttano addosso e in una prima fase è stato difficile perché non volevo perdermi nulla e non volevo dire no a nulla, buttandomi in mille progetti, amicizie, attività. Ho studiato teatro e danza alla New York University, Tisch School of the Arts, e mi sono laureata la scorsa primavera. Adesso ho una compagnia teatrale, la Et alia Theater, e sono direttrice artistica». 
Purtroppo ai tempi del Covid l'arte è diventata un lusso non previsto dalle regole anti contagio. E anche la Grande Mela è travolta da tutto questo: a Broadway niente più spettacoli, ormai da mesi, con migliaia di attori, ballerini, cantanti, a casa. «Anche la mia compagnia è ferma. Si fa di necessità virtù e allora abbiamo rifatto il sito internet, curiamo i social, proviamo a organizzarci per il futuro. In città è tutto chiuso, Times Square è tristissima. Il momento è drammatico, credo ci vorranno anni per ripartire e tornare agli antichi splendori. Anche gli uffici sono chiusi e molte persone se ne sono andate da Manhattan, dove gli affitti sono altissimi e se non si lavora è difficile permetterseli. Ma il mondo dell'arte e degli artisti non è fermo: diciamo che stiamo scrivendo nuove storie, abbiamo tanta energia e lavoriamo sodo».

Nella sua storia da film, non poteva essere meno interessante la nascita della sua compagnia teatrale. Che pare l'inizio di una barzelletta: ci sono un'italiana, una turca, due brasiliane e una rumena. «Ma anche una messicana di origini venezuelane e vissuta a Panama. Diciamo che siamo un gruppo di donne con storie e culture diverse. E infatti uno degli obiettivi è sviluppare una comunità tollerante, che sia di ispirazione per altri artisti a creare, spingendosi oltre le loro "comfort zone" e scontrandosi con una gamma di diverse voci internazionali che possono anche essere culturalmente diverse e inesplorate. Il nostro nome, " Et Alia ", dal latino "e altro", deriva dalla volontà di creare arte per gli altri, attraverso gli altri e a proposito degli altri. E ci rivolgiamo soprattutto a chi, come noi del resto, magari si è sentito un pesce fuor d'acqua in alcuni momenti della sua vita».

Come accennato, per via del Covid, gli spettacoli sono bloccati sostanzialmente in tutto il mondo. Ma lo studio e le attività per Giorgia Valenti non mancano. «Oltre al teatro, mi propongo anche come attrice per film o per la tv, ma sono anche modella e ballerina. Quando ero in India ho recitato nel mio primo film». Una giovane star trentina di Bollywood? Dopo una risata, ci risponde. «Mmm, no no, nessuna star. Torniamo a parlare di New York, dai. Ora siamo in una fase di attesa, ma molto creativa. Cosa sogno tra dieci anni? Avrò circa trent'anni, quindi avrò terminato il mio master in recitazione e la mia compagnia sarà decollata, avremo girato tutto il mondo con i nostri spettacoli. Trento compresa, naturalmente. Avremo un sacco di fondi per nuovi progetti e io me ne andrò in tournée in Europa con altre compagnie, non prima di aver realizzato un film per Netflix». 

I sogni, insomma, non mancano per una ragazza intraprendente che a 17 anni si è ritrovata a New York per coltivare l'obiettivo di recitare. Non possiamo non chiederle chi siano i miti, i punti di riferimento per un'attrice, modella, ballerina, artista a tutto tondo nata a Trento e vissuta in India e a New York. «Vado sul classico, citando prima di tutte Meryl Streep. Poi mi piace Keira Knightley, anche lei ha iniziato col teatro: e poi un po' forse ci assomigliamo, perché siamo piccole, magrette, occhi grandi, ma poi sul palco tiriamo fuori la grinta. Infine cito Saoirse Ronan, l'attrice di Piccole Donne». Piccole, o meglio giovani donne come Giorgia Valenti che corrono dietro al loro sogno, in una New York alle prese col Covid, ma dove le quinte si riapriranno. E lei sarà lì, a recitare per gli altri.

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