Chi studia a Trento guadagna di più Almalaurea: in busta paga una differenza di 100 euro

L'Università di Trento viene promossa dai laureati. Tre su 4 si riscriverebbero allo stesso corso (e allo stesso ateneo), il 92,6% si ritiene soddisfatto dell'esperienza e probabilmente è contento anche della spendibilità del proprio titolo di studio sul mercato del lavoro: ad un anno dal termine del percorso all'Università di Trento, un laureato di secondo livello può contare su uno stipendio più consistente rispetto a chi ha frequentato un altro ateneo. Il dato emerge dal Rapporto Almalaurea 2019 sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati di 75 università aderenti al Consorzio. 

Ad un anno dal titolo di studio conseguito all'Università di Trento i laureati di secondo livello usciti nel 2017 (1.585 quelli coinvolti nell'indagine) guadagnano una media di 1.303 euro netti al mese contro i dati nazionali che si fermano a 1.232; a cinque anni dalla laurea (1.379 laureati contattati, usciti nel 2013) la retribuzione media sale a 1.579 euro, a fronte di una media nazionale di 1.459. Buono anche il tasso di occupazione, che supera la media nazionale: ad un anno dalla laurea magistrale trova lavoro il 77,3% dei giovani (media nazionale del 69,4%), mentre a 5 anni il 90,1% (85,5%).
L'analisi ha riguardato anche i laureati triennali del 2017 (1.920 quelli contattati dopo un anno dal titolo, ossia nel 2018) che non hanno proseguito gli studi universitari: ad un anno dalla laurea il tasso di occupazione è del 76,4% (la media nazionale è del 72,1%), con il 30,2% che può contare su un lavoro dipendente a tempo indeterminato, mentre il 40,4% ha un lavoro non standard (ad esempio un tempo determinato) e il 6,9% svolge un'attività autonoma. La retribuzione media è di 1.247 euro mensili netti, contro una media nazionale di 1.169 euro. 

Coinvolti nel XXI Rapporto Almalaurea sul profilo dei laureati sono 3.702 studenti che hanno terminato il percorso di studi all'Università di Trento nel 2018. Si tratta di 2.010 di primo livello, 1.255 magistrali biennali e 425 a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma. Dall'analisi emerge che il 62,2% termina l'università in corso (68,2% fra i triennali e 64,3% dei magistrati biennali) e l'età media di laurea è di 25,2 anni, vicina alla media nazionale di 25,8: 23,7 anni per i laureati di primo livello e 26,8 anni per i magistrali biennali. Si laurea in corso solo il 29,2% dei magistrali a ciclo unico contro un dato nazionale del 40%. Il motivo dell'allungamento del periodo di studio? Il ritardo nell'iscrizione al percorso universitario. «Non tutti i diplomati - viene evidenziato nel rapporto di Almalaurea - si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore».

L'Università di Trento conferma inoltre la propria attrattività: proviene da fuori regione il 57,1% dei laureati, a fronte del dato nazionale di 22,7%. Questo il dettaglio: è originario di altre zone d'Italia il 55,8% degli studenti della laurea triennale (19,8% è il dato nazionale), il 53,6% degli studenti alla laurea magistrale (29,5%) e bel il 74,4% gli studenti della magistrale a ciclo unico (20,5%). Per la laurea magistrale ben l'11% degli studenti laureati è straniero su un dato nazionale di 4,9%.

Il 55,6% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi (dato nazionale del 59,3%). È alta rispetto alla media la percentuale di chi ha compiuto un'esperienza di studio all'estero riconosciuta dal corso di laurea (come l'Erasmus): 20,1% contro l'11,3% del dato nazionale. 
Il rapporto Almalaurea ha chiesto a 3.702 laureati a Trento di dare il voto all'ateneo, sia dal punto di vista qualitativo dello studio che logistico. La pagella è decisamente buona: il 91% è soddisfatto del rapporto con i docenti, il 95% ritiene adeguate le aule, l'86,8% giudica adeguato il carico di studio. Se il 92,6% si ritiene soddisfatto dell'esperienza complessiva, il 73,2% sceglierebbe lo stesso corso e lo stesso ateneo. Dunque solo uno studente su 4 cambierebbe città o percorso accademico.

comments powered by Disqus