Rifugi, la stagione si allunga fino a metà ottobre Tanti clienti tedeschi e impianti di risalita in funzione

di Ugo Merlo

Si avvicina la stagione autunnale e la montagna si sta lentamente spopolando. Ieri, 20 settembre, è la data di chiusura ufficiale dei rifugi. Ma complice il clima favorevole alcuni rifugi rimarranno aperti fino a metà ottobre. Sono molti, soprattutto gli alpinisti tedeschi, che frequentano le Dolomiti e se le godono, percorrendone i sentieri e scalando le verticali pareti nelle limpide giornate di settembre e ottobre. Il Trentino è quasi diviso a metà, con i rifugi del Catinaccio che fanno la stagione lunga, grazie alla clientela tedesca ed agli impianti di risalita aperti fino ai primi di ottobre. Mentre nel Gruppo di Brenta, qualcuno chiuderà già da domenica altri allungheranno fino a fine settembre. Il più alto dei rifugi del Trentino il Mantova al Vioz (nella foto), 3535 metri, sotto la vetta ha chiuso il 18. Al Guido Larcher 2607 metri al Cevedale, Manuel Casanova spiega: «Chiudiamo domenica 23 al termine di una stagione buona, direi nella norma. Pochi gli alpinisti, molti gli escursionisti e turisti, soprattutto italiani». Nel Gruppo della Presanella al Giovanni Segantini , a 2370 metri dell'alta val d'Amola Egidio Bonapace conferma: «Chiudiamo domenica 23, sono alcuni giorni che siamo qui da soli, non c'è nessuno che viene in questa zona. Lavoro soprattutto il sabato e la domenica. A luglio il Segantini è stato meno frequentato rispetto all'anno scorso, bene agosto e settembre».

Chiusura il 23 anche in Adamello al rifugio Città di Trento a 2440 metri al Mandron: «Sarà il nostro ultimo giorno di questa stagione, che è andata bene - dice il gestore Davide Galazzini - Scendiamo lunedì, anche perché la strada della val Genova chiude». Nel Gruppo Brenta al rifugio Graffer , a 2261 metri al Grostè, Roberto Manni non si riposerà: «Ho scelto di rimanere aperto praticamente tutto l'anno, nei prossimi giorni già incominciamo a prepararci per la stagione invernale». Al rifugio Tuckett Alberto Angeli spiega: «Domenica 23 è l'ultimo giorno della stagione 2018 e lunedì ritorniamo a valle. Purtroppo abbiamo qualche problema con l'acqua e quindi essendosi abbassato il manto di cima Brenta siamo in difficoltà. La stagione è andata benissimo siamo contenti». Al rifugio Maria e Alberto ai Brentei a 2182 metri in val Brenta il gestore Luca Leonardi chiude il 30: «Con la famiglia gestiamo anche il San Giuliano, anche questo sarà aperto fino al 30, poi tutti i fine settimana di ottobre».  

Franco Nicolini, gestore del Pedrotti alla Tosa , 2500 metri poco sotto la Bocca di Brenta, è pronto alla pausa autunnale: «La nostra stagione al Pedrotti finisce domenica 23. Abbiamo lavorato tutta l'estate bene e settembre è stato generoso, con belle giornate». Roberto Cornella, gestore del Silvio Agostini a 2410 metri in val d'Ambiez, rimane aperto: «Rimaniamo quassù fino alla fine del mese. Scenderemo il primo di ottobre. L'andamento stagionale è stato buono a parte luglio. Settembre è buono, viste le belle giornate e abbiamo deciso di rimanere ancora una settimana». Ai 2500 metri del rifugio Fratelli Garbari , Aldo Turri dice: «È stato un bel mese di settembre, ma adesso gira poca gente e quindi dati i problemi di acqua chiudiamo con il 23». All' Alimonta la festa per i 50 anni del rifugio segna la fine della stagione.  

Nel Gruppo del Latemar, al Gardeccia 2000 metri, Marco Desilvestro spiega: «Saremo aperti fino al 7 di ottobre ed il 23 alle ore 14 presenteremo il libro: "Tita Piaz il diavolo delle Dolomiti all'ombra delle sue montagne" con l'autore Alfredo Paluselli e la proiezione del film: "Tita Piaz - il diavolo delle Dolomiti"». Più in alto, a 2600 metri al rifugio Passo Principe , Sergio Rosi fa la stagione lunga: «Fino al 14 di ottobre, salvo non venga qualche metro di neve, il Principe rimane aperto. Con queste belle giornate abbiamo un buon numero di alpinisti ed escursionisti soprattutto tedeschi». Al Roda di Vael , 2283 metri alla Sella del Ciampaz, Roberta Silva come annunciato già a giugno fa la stagione lunga: «Rimaniamo aperti fino al 14 di ottobre. Anche l'impianto che sale al Paolina rimane aperto fino a quella data e fino al 7 la funivia da Vigo al Ciampedè».  

Nel gruppo delle Pale di San Martino, al Pedrotti a 2578 metri sotto la vetta della Rosetta, Mariano Lott precisa: «Noi siamo aperti fino a domenica 23 poi nei successivi fine settimana fino al 14 di ottobre. Il Pedrotti alla Rosetta riaprirà a Natale, con la stagione invernale dello sci alpinismo. Abbiamo fatto una buona stagione, ce la siamo cavata con l'acqua, grazie ai temporali, ma bisognerà aumentare la capacità dei depositi». Nel Gruppo Lagorai Cima d'Asta, Emanuele Tessaro dai 2487 metri del rifugio Ottone Brentari spiega: «Chiudiamo il 23 dopo una stagione buona con la cima d'Asta, che è sempre più apprezzata e conosciuta per la sua granitica bellezza e per la sua storia». Al Sette Selle , 2000 metri in val del Laner, Lorenzo Ognibeni conferma: «Fino a fine settembre il rifugio è aperto, poi solo nei fine settimana fino alla fine di ottobre. Chiuderemo a novembre per riaprire a dicembre nei fine settimana e nel periodo da Natale all'Epifania e poi ancora nei fine settimana fino a giugno».  

Sulla stagione e le problematiche dei rifugi abbiamo parlato con Roberto Bertoldi , vice presidente della Sat: «La stagione è andata più che bene. Tutti i nostri gestori hanno manifestato soddisfazione. Anche questo mese di settembre, grazie al meteo favorevole è stato positivo. La preoccupazione di Sat è legata alla carenza di acqua. Dovremmo ripensare le risorse idriche, vista che nevai e ghiacciai stanno calando o scomparendo e creare dei volumi di acqua ulteriori per supplire a questo problema, che si presenta ogni anno in misura maggiore, recuperando magari la acque grigie». Come procedono i lavori al Boè? «Procedono bene sono in linea con quanto previsto dal programma. La parte in legno sarà completata a breve». Il Tonini? «Stiamo proseguendo con i contatti, abbiamo un'idea di come ricostruire, ci siamo confrontando con la sezione di Piné, con la tutela del paesaggio provinciale, con i vigili del fuoco. Incontreremo presto il comune di Baselga di Piné e l'Asuc, proprietaria del terreno adiacente l'edificio».

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