Alice Rachele, un anno da Miss «Ora mi ispiro a Diletta Leotta»

di Andrea Bergamo

Dopo un anno «nel frullatore» tra sfilate, ospitate televisive e inaugurazioni in giro per l'Italia, la trentina Alice Rachele Arlanch si prepara a deporre la corona. La sera del 17 settembre sarà infatti eletta la nuova reginetta di bellezza: titolo al quale concorrono quattro nostre corregionali: Nicole Nietzsch, Giulia Cetto, Giulia Auer e Sophie Agnese Krause, che da Arlanch ha «ereditato» il titolo di Miss Trentino Alto Adige. «Questi 12 mesi sono letteralmente volati - racconta la 22enne di Vallarsa -. È stato un anno splendido che mi ha consentito di lavorare in diversi ambiti: dai set fotografici alla fiction di don Matteo con Terence Hill, fino alla presentazione di eventi. Esperienze che senza il concorso non avrei avuto l'opportunità di vivere». 
Miss Italia, cosa le piacerebbe fare da grande? 
«La conduttrice, ma prima di farlo dovrò affrontare un percorso di preparazione. Mi piace mettermi alla prova e affrontare nuove sfide e cerco di rubare qualche segreto ai professionisti a cui vengo affiancata per acquisire una maggior sicurezza. Sogno di condurre un programma sportivo: il modello a cui mi ispiro è la giornalista Diletta Leotta, che tra l'altro condurrà la serata finale di Miss Italia con Francesco Facchinetti».
Prima della sua elezione diceva di voler diventare avvocato. Ha cambiato idea? 
«Non ho cambiato idea e ne parlo talmente spesso che a volte tendo a darlo per scontato. I piani della mia vita non sono cambiati, ma si è aggiunta questa passione che vorrei approfondire ora che sto completando il mio percorso di studi. Mi aiuterà a trovare l'atteggiamento e il coraggio giusto anche per praticare in futuro la professione di avvocato».
Lo scorso anno era una studentessa di Giurisprudenza. È riuscita a dare qualche esame? 
«Ho continuato a studiare, ma sono riuscita a dare solo tre esami: diritto civile e due complementari, rispetto ai sette programmati. Mi sono dedicata prevalentemente al lavoro, tra trasferte e appuntamenti giornalieri, ma ho comunque continuato a leggere, riassumere e approfondire i testi d'esame. Insomma, non sono messa così male in vista della prossima sessione».
La settimana prossima cederà la corona alla nuova Miss Italia. La sua vita cambierà un'altra volta. 
«Tornerò alla mia vita di prima e dunque potrò seguire le lezioni all'università, ma certo non interromperò gli impegni di lavoro con gli eventi legati al concorso. Potrò anche tornare a fare sport: avrò una vita più stabile ed equilibrata».
Avrà la possibilità di programmare da sé le sue giornate. 
«Sono una persona che ha bisogno di organizzare da sé i propri impegni, ma ovviamente quest'anno mi sono attenuta ad un programma già stabilito. Mi sono adeguata. Ovviamente questa organizzazione mi ha consentito di affrontare al meglio l'esperienza ed evitare situazioni spiacevoli. Ammetto di aver anche sofferto un po' la solitudine?».
Sono quattro le trentine in finale. 
«Le ho seguite a Jesolo fino a qualche giorno fa. Hanno una grande voglia di mettersi in gioco e di giocare al meglio le loro carte. Sarebbe bello consegnare la corona nelle mani di una di loro».
Spesso le miss lasciano il fidanzato dopo l'elezione. La regola è valsa anche per lei? 
«Andrea è qui accanto a me. Ho sfatato il mito della miss che lascia il moroso: non avevo peraltro alcun dubbio su questo. È stato molto importante per me che lui fosse al mio fianco: sono una ragazza fortunata».
La campagna elettorale in vista delle provinciali del 21 ottobre è già iniziata e i partiti stanno definendo le liste. Qualcuno le ha proposto una candidatura? 
«No, ma devo dire che in molti dopo la mia elezione a miss mi hanno contattata per dirmi che le porte dei rispettivi partiti erano aperte, qualora lo avessi voluto».
Erano forse esponenti del Patt? Il segretario Franco Panizza la aveva sostenuta invitando i suoi contatti a televotarla. 
«Anche, sì. Ma per il momento non me la sento di entrare in politica. Non è comunque una strada che escludo a priori: in futuro, se potesse servire a cambiare la situazione e io potessi portare un contributo, ci penserei».

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