Montagna, esplosione dei «baby park» In quota spopolano le aree per i più piccoli

di Leonardo Pontalti

In principio, erano soltanto altalene nei prati attorno a malghe e rifugi.
Negli anni, tuttavia, le attrazioni per i più piccoli, da corollario delle altre attrattive della montagna si sono conquistate uno spazio a sé ed ormai non solo se ne contano a decine, ma sono diventate spesso uno degli obiettivi principali in base alla quale una famiglia sceglie una destinazione in quota.

Scivoli, teleferiche, gonfiabili, percorsi ad ostacoli, piccole pareti di roccia, ponticelli sospesi, sabbiere, casette. Di tutto e di più. Dalla val di Sole al Primiero, dalla val di Fassa alla Paganella, dalle Giudicarie al Lagorai, ogni area turistica propone ormai le proprie aree per i più piccoli.

«Non è un caso sia così - spiega Andrea Weiss , direttore dell'Apt della Val di Fassa - perché ormai, almeno nel nostro caso, la famiglie rappresentano circa il 60% degli arrivi estivi. E queste aree rappresentano un grande incentivo per portare i più piccoli in quota, anche nel caso in cui l'obiettivo di salire dal fondovalle non sia per forza quello di un'escursione. Quella dei piccoli parchi gioco in quota è una scelta recente, che tuttavia ha preso piede in brevissimo tempo e si sta rivelando una scelta vincente per aprire l'ambiente montano ad un'utenza che magari prima sceglieva le nostre zone anche solo per rilassarsi nelle strutture del fondovalle o dedicarsi alle passeggiate senza salire in quota. Senza contare l'importanza della fidelizzazione: chi passa le sue estati qui da piccolo è più facile torni anche da adulto».

Concorda anche la direttrice dell'Apt della Paganella Anna Donini : «In pochi anni abbiamo assistito a cambiamenti radicali nell'approccio alla montagna. Se fino ad una decina d'anni fa in quota saliva solo chi era deciso ad effettuare escursioni, ora il panorama si è fatto molto più variegato e proporre attrattive anche per le famiglie - che per noi rappresentano un target primario, che di certo supera il 50% del totale delle nostre presenze estive - o in generale per chi voglia vivere giornate nella natura in modo diverso si sta rivelando non solo una scelta corretta, ma sempre più necessaria per rispondere alle esigenze attuali dei turisti».

Nuove esigenze da parte dei turisti, ma anche da parte delle realtà attive sul territorio. Come gli impiantisti. Queste aree, che sono in realtà veri e propri piccoli parchi, sono realizzati spesso a ridosso delle stazioni d'arrivo di funivie e cabinovie. E non a caso, come spiega Andy Varallo , direttore del consorzio Skicarosello in Alta Badia e «inventore» del progetto Movimënt, partito nel 2011 e tra i precursori di questa tendenza ormai diffusa.

Un progetto che in pochi anni ha portato alla creazione tra La Villa, Corvara e San Cassiano alla realizzazione di quattro aree attrezzate oltre i 2.000 metri: «Senza dubbio uno degli obiettivi era quello di destagionalizzare l'attività degli impianti, per poterli tenere aperti anche in estate non solo per portare in quota gli escursionisti, ma allargando la platea dei fruitori. Quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto, una delle nostre linee guida rispondeva ad un semplice motto. Portare al mare anche il turista a cui non interessa la spiaggia. Nel nostro caso, portare in montagna anche chi non punta ad escursioni, trekking, traversate. Così siamo riusciti a portare a termine un lavoro che ci ha permesso non solo di aprirci alle famiglie con bambini piccoli, ma anche di essere i primi a proporre un servizio di bike sharing oltre i 2.000 metri, per agevolare una mobilità sostenibile tra i nostri vari parchi».

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