Tutti diversamente abili per un'ora La prova di una classe di Romeno

Accessibilità e integrazione sono diritti sanciti dalla Costituzione e riconosciuti a livello internazionale. «Nonostante ciò, i nostri paesi sono ancora invasi dalle barriere architettoniche e la burocrazia non sempre va a pari passo con le esigenze delle persone disabili»: questo quanto riportato nella prefazione del report fotografico redatto nell’ambito del progetto «Una valle accessibile a tutti» (sviluppato nel corso di anni dalla Cooperativa sociale GSH), consegnato all’amministrazione comunale nel corso di una serata restitutiva.

«La nostra Cooperativa sta cercando di porre il problema dell’accessibilità, è importante che anche i disabili possano muoversi in autonomia e sicurezza» afferma il presidente Michele Covi .
Il diritto di spostarsi non riguarda soltanto i portatori di handicap, ma tutta la comunità, in quanto «nasciamo tutti disabili: per i primi anni di vita veniamo accompagnati in passeggino, spesso anche negli ultimi abbiamo bisogno di una carrozzina per deambulare»: si tratta quindi di un problema che riguarda anche genitori e anziani.

I ragazzi di quinta della scuola primaria di primo grado «Madre Teresa di Calcutta» e l’assessore Laura Mariot hanno provato a essere «diversamente abili per un’ora», venendo a contatto con le difficoltà incontrate quotidianamente da chi si sposta in carrozzina. Per queste persone un gradino, un rialzo di pochi centimetri, un percorso sconnesso, un parcheggio rivolto a disabili non segnalato (o occupato da un automobilista normodotato che del segnale non tiene conto) costituiscono dei veri e propri limiti.

«In un’epoca caratterizzata dalla digitalizzazione degli strumenti, a volte per imparare è necessario provare sulla propria pelle» afferma Dorina Inama , educatrice del centro socioeducativo «Il quadrifoglio» di Mechel, gestito da Gsh. Spostarsi in carrozzina consente infatti di affrontare la realtà come sono costretti a farlo i portatori di handicap, individuando quegli ostacoli che prima non si coglievano e capendo dove è necessario intervenire per rendere il proprio paese a misura di tutti.

«In carrozzina ci si sente molto più piccoli rispetto a quando ci si sposta sulle proprie gambe» sostiene l’assessore. «L’elenco degli interventi che intendiamo attuare si è ampliato, partiremo da quelli più banali, dove basta poco per fare la differenza».

Alla base del progetto sta l’idea che le barriere «prima di essere fisiche sono mentali», afferma Elisa Depero del centro occupazionale di Romeno, che assieme a Flavia Deromedi , che sta vivendo in Gsh l’esperienza del servizio civile, ha curato il progetto, per questo «se vogliamo raggiungere l’obiettivo di una valle sensibile dobbiamo partire dalle nuove generazioni, dai bambini, in quanto futuri architetti, ingegneri, amministratori, nonché cittadini», conclude il presidente.

Il report fotografico, strutturato in oltre cento pagine, contiene numerose fotografie contrassegnate da bollini verdi (assenza di barriere), gialli (attenzione?) e rossi (presenza di barriere). Riscontrati vari punti critici, soprattutto nel paese di Salter.
«Non credevo che i bollini rossi fossero così tanti, ci impegneremo per farli diventare verdi» afferma il sindaco Luca Fattor in conclusione di serata, cui il presidente Michele Covi ha consegnato ufficialmente una copia del report, destinato, ha affermato il primo cittadino, a divenire «un libro di cui tenere conto in ogni intervento che eseguiremo sul territorio».

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