Al supermercato troppo cibo? Crea ansia e disorientamento

Al supermercato l’eccesso di scelta di prodotti dell’enogastronomia e dell’agroalimentare può provocare nei consumatori confusione, ansia e incertezza. Da qui l’ipotesi di asciugare l’assortimento di categoria, opportunità presentata al Cibus nel corso del convegno organizzato dall’Università di Parma e Ipsos «In store marketing, la via sperimentale».


L’Impatto dell’eccesso di scelta è stato misurato utilizzando una tecnologia (eye tracking) ed un contesto, un supermercato sperimentale, mai utilizzati a questo scopo dai ricercatori. Del rischia di blocco del consumatore, per sindrome di Stendhal davanti al bello e al tanto sugli scaffali di vendita, hanno parlato anche i relatori del convegno Retail Watch sulla Gdo (Grande distribuzione organizzata italiana) Luigi Rubinelli e Bruno Berni, a.d di Cfi Group.


Da interviste effettuate a 150 clienti di nove insegne prese in esame (Esselunga, U2, Eurospin, Lidl, Conad, Coop, Simply, Pam, Carrefour Market) da una indagine Cati/Cawi, ha precisato Berni, emerge «una fedeltà effetto Sindrome di Stendhal al punto vendita eletto come di riferimento per gli acquisti quotidiani: il consumatore pur non pienamente soddisfatto diventa amico fedele di quelli che lo hanno rapito. Avverte il disorientamento, ma poi conta la dimensione della relazione, la familiarità con la struttura. Ma talvolta l’eccesso di offerta, e persino un eccesso di bello soprattutto nei casi di restyling di un locale, può portare al blocco. A dimostrazione che gli assortimenti vanno calati nelle esigenze dell’insegna - da Ikea ad esempio funziona il menu del ristorante che seziona un piatto di salmone nello stesso stile di una libreria componibile - e del territorio. In generale, i modelli Usa non sono facilmente esportabili da noi».

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