Il ricordo di Giovanni Paolo II sulle nevi dell'Adamello

Sabato scorso, 2 aprile, non era una giornata qualsiasi

Sabato scorso, 2 aprile, non era una giornata qualsiasi. Era l’anniversario della morte di papa Giovanni Paolo II. Il quale, come è noto, era molto legato al Trentino, e in particolare all’Adamello. Per due volte Giovanni Paolo II venne ospitato al rifugio «Ai caduti dell’Adamello», che non ha mai dimenticato quel legame così forte.

Nemmeno sabato scorso, come ci racconta Marcello, uno scialpinista che, come tanti altri, affollava il rifugio proprio nella giornata di sabato.

«Nel pomeriggio, sulla terrazza esterna - racconta - qualcuno ha ricordato che alle 21.37 ricorre l’anniversario della morte del papa e lancia l’idea di un piccolo momento di raccoglimento. Un altro suggerisce di farlo all’altare poco distante, eretto in memoria della sciata del Papa con Pertini nel luglio 1984 (e inaugurato nell’estate 1988 dallo stesso pontefice)».

Primo problema: la traccia (ghiacciata) che dal rifugio porta al passo è già pericolosa di giorno: c’è un dirupo, se si scivola, si finisce 100 metri sotto, direttamente sulla Vedretta del Mandron). Figuriamoci nell’oscurità della notte.
Secondo problema: il buio. Segue una breve discussione: chi propone di commemorare il Papa all’interno del rifugio, chi sostiene che il modo più significativo è quello di ritrovarsi all’altare. È la determinazione di alcune ragazze che fa pendere l’ago della bilancia per l’altare, tanto più che una guida alpina presente in rifugio si rende disponibile a «far sicura» sulla traccia.

«Da qui la messa a punto dei dettagli: portare “frontali” in abbondanza per illuminare altare (soprattutto la dedica al papa) e campana, aprire la commemorazione con un’Ave Maria, e poi, alle 21.37 in punto, suonare la campana. Così è stato, in attimi di grande suggestione: il ghiacciaio avvolto nell’oscurità, il freddo, il vento, i rintocchi nel silenzio più totale rotto solo dal vento... rientrati in rifugio, abbiamo saputo che altre persone - forse meno temerarie ma altrettanto affezionate al Papa - avevano fatto una cosa simile sulla terrazza del rifugio».

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