L'invasione delle nuove droghe Ma l'eroina non molla

di Marica Viganò

C’è l’eroina tagliata con il metorfano e la cocaina con aminopirina: droghe che possono far crollare in pochi secondi un corpo debilitato. Ma c’è anche un collirio che, iniettato, dà allucinazioni e deliri. La polvere «semplice» è sempre meno diffusa ed ora la droga viene tagliata con qualsiasi tipo di sostanze, sempre più pericolose. L’allarme arriva dalla relazione annuale al Parlamento sull’uso di sostanze stupefacenti in Italia, a cura del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del consiglio dei Ministri. Lo studio si riferisce ai dati raccolti nei primi sei mesi del 2014.

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Nel capitolo che riguarda la diffusione sul territorio nazionale di nuove sostanze, viene evidenziato l’allarme partito dal Trentino a fine 2012: alcune farmacie avevano segnalato al «Sistema nazionale di allerta precoce» il fenomeno di «crescente vendita di Visumidriatic», un collirio richiesto prevalentemente da cittadini stranieri, provenienti dall’Est Europa. L’effetto prodotto dall’assunzione impropria di questo prodotto è simile alle intossicazioni da Amanita muscaria, il famoso fungo rosso dai pallini bianchi detto anche «fungo di Biancaneve»: può portare sintomi neurologici, dalla semplice eccitazione al delirio, con allucinazioni e convulsioni fino al coma, ma anche offuscamento della vista, con un effetto acuto che va dai 40 minuti alle 6 ore.

L’ipotesi è che si possa assumere per via endovenosa, con un rischio altissimo: anche se in piccole dosi può provocare intossicazioni molto gravi «che potrebbero essere erroneamente confuse nel sistema di emergenza/urgenza per meningoencefaliti», come si legge nella relazione annuale al Parlamento.

Nuove droghe, dunque, si affacciano sul mercato accanto a quelle «vecchie» e illecite, come eroina, cocaina, cannabis e hashish. Alcuni tipi di stupefacenti, tuttavia, vengono «rivisitati» per dare al consumatore un effetto diverso, attraverso miscugli con sostanze pericolose, a volte letali.

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A Trento ad inizio mese è scoppiato l’allarme-eroina con una partita tagliata male che stava circolando in città e numerosi interventi del 118 in strada per salvare giovani tossicodipendenti in overdose. Un quarantenne trentino non ce l’aveva fatta a superare la crisi ed era stato trovato morto in albergo, stroncato da alcune dosi di droga forse tagliata proprio con il potente metorfano.

Sulla diffusione di eroina in Trentino Alto Adige non ci sarebbe tuttavia particolare allarme, in via generale, come emerge dall’analisi del Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno: nei primi sei mesi del 2014 sono stati sequestrati in regione due chili e 42 grammi, con un’incidenza percentuale sul totale nazionale di 0,64% (basti pensare che la Lombardia è al primo posto con 151 chili sequestrati e il 40% di incidenza). La cocaina nel medesimo periodo ha subìto un calo vistoso: 1 chilo e 86 grammi la «polvere bianca» sequestrata in un semestre, 96% in meno rispetto a gennaio-giugno dell’anno precedente.
Più delicata la questione «fumo». La nostra regione risulta infatti a metà classifica con 53,85 chili di hashish sequestrati (primo posto alla Calabria con 71mila chili).

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Per quanto riguarda l’«erba», il Trentino Alto Adige occupa la prima parte della classifica nazionale, piazzandosi al sesto posto. Da gennaio a giugno 2014 sono stati sequestrati nelle nostra regione 599,40 chili di marijuana, con incidenza del 2,53%. Precedono la nostra regione la Puglia (primo posto con 10.920 chili, pari al 46%), Sicilia, Lazio. Lombardia e Veneto superano di poco il Trentino Alto Adige, rispettivamente con 697 chili e 647 chili.

Le piante di cannabis sequestrate sono state 46, con incidenza pari a 0,22%. Primo posto alla Toscana con 6.965 piante, ultimo posto a Valle d’Aosta con zero sequestri.


L’allarme arriva dalle «droghe sintetiche», sempre più diffuse: la nostra regione è al quinto posto con un’incidenza pari al 3,75% e un chilo e 19 grammi di sostanze sequestrate - tra cui mille pastiglie - in soli sei mesi. Nonostante il calo rispetto allo stesso periodo del 2013, sulla diffusione di ecstasy, Lsd, Mdma e di tutti gli allucinogeni venduti sotto forma di francobolli e di pastiglie colorate, la guardia non va mai abbassata.



Nelle ultime settimane sono aumentati i casi di overdose anche in Trentino, in un caso con esiti mortali. E sono sempre più numerose le sostanze stupefacenti la cui diffusione e il facile reperimento sono aumentati. A parlarci della situazione a Trento per quanto riguarda le tossicodipendenze è Roberta Ferrucci, psichiatra e vice direttrice del SerD.

Sui giornali negli ultimi tempi si è parlato spesso di overdose. Qual è la vera misura del fenomeno? Si tratta di una vera emergenza, quella della droga, a Trento?
I dati relativi ai nuovi accessi per assunzione di eroina, sembrano avere l’andamento di una patologia endemica con un’oscillazione di 100 -120 nuovi casi l’anno circa, pertanto non parlerei di emergenza o piuttosto di una perdurante emergenza sulla quale è in corso al Servizio Dipendenze Patologiche una riflessione sugli interventi di prevenzione».

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Quante sono le persone soccorse in media nell’arco di un anno?
Sicuramente i dati dei decessi per overdose sono in lieve aumento nell’ultimo periodo ma si tratta di numeri esigui. Ci stiamo effettivamente interrogando sulle recenti morti in quanto si tratta in tutti i casi di sovradosaggio di persone che non erano in trattamento o non erano in trattamento farmacologico presso il SerD. Per cui una domanda che ci poniamo è come poter trasmettere un’informazione corretta sui rischi che corre una persona dipendente da eroina quando rifiuta il trattamento metadonico. Certamente quello farmacologico non è l’unico intervento terapeutico proposto ma il primo obiettivo che ci poniamo è di tenere in vita il paziente ed il trattamento metadonico ha tra le sue finalità, in primis quella di proteggere dal rischio di sovradosaggio da eroina. Ci sono situazioni cliniche molto differenziate. Abbiamo inoltre casi di morte per sovradosaggio che descritti come « tragici errori» sono in realtà  frutto di una precisa intenzionalità suicidaria».

Più in generale, quante sono le persone tossicodipendenti seguite dal Sert? Quanti sono i nuovi accessi che ci sono in media nell’arco di un anno?
Dal 2007 ad oggi si nota un dato pressappoco costante con numeri che non variano molto. Attualmente seguiamo  circa 1300 persone di cui circa 900-950 persone in trattamento per l’eroina.

In altre realtà italiane sembrano esserci dei servizi che a Trento invece non ci sono, ad esempio il drop-in e altri servizi di bassa soglia in strada dedicati a persone con dipendenza a sostanze stupefacenti. Cosa si dovrebbe fare di più?
Con «drop in», si intende designare strutture a bassa soglia di accesso ,ingresso gratuito e non programmato, che si prefiggono l’obiettivo di dare informazioni sanitarie e di facilitare l’accesso a  servizi pubblici come i SerT. Al momento a Trento, trattandosi di una piccola città, non ci sono problemi di accesso al SerD che non prevede tempi di attesa, non necessita di prescrizione medica, e le prestazioni offerte sono gratuite. Vorrei piuttosto sottolineare la necessità di offrire opportunità di inserimento lavorativo o di occupazione del tempo libero, sostenibili da parte di persone in cui non sempre è ipotizzabile un completo recupero delle capacità lavorative: si tratta come è evidente di un bisogno ineludibile per recuperare una percezione di recupero dell’autostima che è alla base di qualsiasi processo terapeutico.

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Sempre sul fronte dell’intervento per la riduzione del danno a Trento non sembrano esserci distributori per la vendita di siringhe. Sarebbero utili? Aiuterebbero nella riduzione della trasmissione di malattie?
L’ottica della «diminuzione del danno» è adottata al Sert di Trento da quasi vent’anni per quanto io preferisca parlare piuttosto di obiettivi e di programmi terapeutici  personalizzati in base ad una valutazione  clinica approfondita. I distributori di siringhe possono essere utili, tuttavia  alcuni dati ci dicono  che spesso il problema reale non è la difficoltà a reperire una siringa pulita quanto piuttosto ad usarla. Al SerD peraltro viene dedicata   attenzione, in particolare da parte dell’area infermieristica,  agli aspetti di educazione sanitaria.

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