Mortandela fino a Londra

di Guido Smadelli

Ormai da tempo la «mortandela» è stata rivalutata, tanto da diventare presidio slow food . Non si tratta di un insaccato: prende il nome dal «mortaio» dove un tempo si pestavano le parti meno nobili del maiale (lingua, fegato, coppa del collo) per utilizzare il pesto fresco nella minestra d'orzo o nei crauti, o stagionato (15-30 giorni) per farne una specie di salume. Oggi si utilizzano solo parti nobili: coppa, spalla, coscia, pancetta, che dopo essere state macinate vengono trasformate in specie di polpette.
La «mortandela» negli ultimi anni sta attirando attenzioni; prodotta da varie realtà anauni, è approdata persino ai magazzini Harrods di Londra (ma anche a simili strutture di Parigi, Amsterdam, Stoccolma) grazie alla macelleria Corrà di Smarano: un'azienda nata del 1850, che prosegue di padre in figlio, dal 2009 ingranditasi con un ampio insediamento (macelleria, conservazione, punto vendita) nell'originaria Smarano, condotta da Pio e Luca Corrà , che rappresentano la quarta generazione; e che da Harrods sono addirittura esclusivisti per speck, insaccati e prodotti simili.

La «mortandela» dei Corrà, assieme a molti altri loro prodotti, è stata protagonista anche all'Expo, sia pure in un evento collaterale del «Fuori Expo», con una degustazione in Piazza Affari. «Ora stiamo andando a Tokyo ed Hong Kong, dove per i nostri prodotti di qualità è stato manifestato interesse», afferma Federico Corrà , che cura il marketing dell'azienda anaune. Si amplia così il mercato, così come sono stati incrementati i prodotti: dalle carni prodotte esclusivamente con bestiame locale (per quelle bovine solo mucca grigio alpina, per quelle suine solo maiale pesante trentino) agli insaccati, ma ora si aggiungono i vini trentini marchiati Corrà, così come le grappe monovitigno e riserva, i mieli locali, i ragù di selvaggina e di vario tipo (una decina), ed ultimo anello della catena le marmellate, le confetture, gli agrodolci, una trentina di prodotti che ampliano la gamma dell'offerta.


Oltre ai Corrà, in valle i produttori di mortandela sono diversi, mentre molti sono quanti producono la «luganega trentina»; aziende di settore, ma anche gente comune, tanto che a Tassullo a primavera si svolge un concorso per «lucanichisti casalinghi», che vede incoronata la miglior lucanica, dopo attento vaglio ovviamente di una qualificata giuria. Ed anche qui si tiene conto della carne utilizzata, oltre che delle tecniche di lavorazione, perché sulla qualità, persino in un concorso con qualche connotazione goliardica, non si scherza. 

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