Esce oggi «Inshallah», Anansi ce lo racconta

Esce oggi «Inshallah» il nuovo album di Stefano Bannò in arte Anansi. Un lavoro che esce, con distribuzione Believe, a tre anni di distanza da «Tornasole», il precedente album dell'artista di Trento. «Inshallah» prodotto da Piero Fiabane è stato concepito, scritto, composto e quasi interamente suonato da Anansi. E lo stesso musicista ci spiega, traccia dopo traccia, il suo lavoro

anansiEsce oggi «Inshallah» il nuovo album di Stefano Bannò in arte Anansi. Un lavoro che esce, con distribuzione Believe, a tre anni di distanza da «Tornasole», il precedente album dell'artista di Trento. «Inshallah» prodotto da Piero Fiabane è stato concepito, scritto, composto e quasi interamente suonato da Anansi. E lo stesso musicista ci spiega, traccia dopo traccia, il suo lavoro.

 

COSE CHE NON DICO
È l'intro del disco, ma paradossalmente è l'ultimo pezzo che ho scritto poco più di un anno fa, dopo un periodo contraddistinto da un grande senso di insoddisfazione che ha coinvolto la mia sfera personale e artistica.  È un pezzo in cui mi espongo  e mi esprimo per come sono realmente, quando le luci della ribalta sono spente.  Doveva essere una sorta di pezzo d'addio . Alla fine si tratta di un sentito arrivederci.

INSHALLAH
Quiete dopo la tempesta. «Inshallah» simboleggia una rinascita,  un risveglio della mia consapevolezza, un viaggio nella mia anima rinnovata . Il pezzo è arricchito da un sample di  Les Baxter , compositore degli anni '50, e dalla partecipazione dell'amico  Ghemon  che ha saputo interpretare meravigliosamente le mie parole e allargare il significato della canzone, rendendolo più universale. «Inshallah» dà il titolo al mio nuovo album di cui è il primo singolo estratto.

 MAI DIRE MAI
 È il pezzo con il testo più crudo, cupo e diretto dell'album. È scritto interamente in terza persona, una sorta di cronaca giornalistica che narra di  una ragazza persa dentro un mondo di cattive amicizie , ipocrisie, storie di droga e trasgressione. Ed è ispirato a una storia vera.

 ORAMAI
 È un brano funk in cui ho suonato tutti gli strumenti ad eccezione della batteria suonata dal mio amico fraterno  Malik Banuh  e dal maestro  Fio Zanotti  al clavinet che ha seguito la lavorazione dell'album come supervisore e co-produttore artistico. È un pezzo che parla della fine di una storia d'amore. Nella prima strofa  mi sono divertito a parafrasare l'inizio del testo del capolavoro di   Lucio Battisti   «Amarsi un po'»  e l'ho adattato al senso della mia canzone.

 UN QUARTO DI UN QUARTO D'ORA
 Un altro brano funk ricco di sfumature rock con il testo più ironico e spiritoso dell'album fatto di riferimenti espliciti e doppi sensi. È nato dopo una discussione con alcuni amici nella quale si parlava di  avventure con donne di una certa età . Beh, in questo caso l'avventura è più propriamente una disavventura che si conclude molto velocemente, giusto nel giro di un quarto di un quarto d'ora. No, non è un brano autobiografico.

 PREFERISCO IL BLUES
 Ho scritto questo brano soul dopo alcune considerazioni sullo scenario discografico e musicale italiano.  In Italia si tende ad etichettare un artista troppo spesso e troppo in fretta: o sei underground o sei mainstream ; o fai rock o fai pop; o sei commerciale o sei di nicchia. Non esiste una via di mezzo. Con solo 7 pezzi reggae su 3 album pubblicati, sono spesso stato considerato un artista reggae a tutti gli effetti, quando invece ho sempre cercato di esprimermi attraverso generi diversi, e tuttora molta gente cade nell'equivoco. «Preferisco il blues» è un po' la mia bandiera.

 PORTAMI VIA DI QUA
 È la ballad dell'album. Per l'occasione ho rispolverato la mia lapsteel guitar a cui si intrecciano il supporto ritmico di  Stefano Pisetta  alla batteria e i magici accordi di piano elettrico suonato da  Fio Zanotti  che mi ha affiancato anche nella composizione della parte musicale del brano. Credo che «Portami via di qua»  sia il miglior pezzo d'amore  che io abbia mai scritto.

 IL GIOCO
 È il brano notturno di «Inshallah» e non a caso è l'unico pezzo dell'album registrato al buio e in presa diretta (salvo alcune post-produzioni effettuate in un secondo momento).  È un brano con influenze jazzy caldo e avvolgente che parla dell'innamoramento  e dell'inizio di una storia d'amore, dei momenti in cui due amanti possono «fare poesia senza esigenza metrica».

 DA LONTANO
 Qualche anno fa ebbi l'idea di campionare la voce di mio nonno mentre cantava uno stornello popolare siciliano molto antico. Il canto in questione parla di due giovani innamorati di tempi lontani che per pudore non osano avvicinarsi l'uno all'altro, ma che si mandano semplicemente dei gesti d'affetto da lontano. Io ne ho ribaltato il significato e  ho usato la voce del nonno per il ritornello di un pezzo che parla della brusca fine di una storia d'amore . Così il saluto non è più un dolce atto di cortesia, ma diventa un freddo gesto d'addio.

 MENINA
 Menina in portoghese significa «fanciulla».  Ho scritto buona parte del testo del brano in seguito al mio viaggio in Brasile  in compagnia di altre band trentine nel 2011. È un brano funk/latin fitto di metafore e similitudini con richiami a metriche reggae e hip-hop che narra di un colpo di fulmine da cui nasce un amore esotico e appassionato.

 UNO
 È un brano reggae,  l'unico di «Inshallah» politicamente e socialmente impegnato . Contiene una citazione tratta da «1984» di  George Orwell  e narra di come al giorno d'oggi il sistema ci consideri sempre più come numeri e sempre meno come persone. Per combattere questo atteggiamento, l'unica risposta efficace è data dall'unità e dalla solidarietà fra la gente e dall'essere tutti «uno».

 NINNANANNA
 Ho scritto «Ninnananna» in seguito a  un sogno molto realistico in cui immaginavo di essere un bambino appena nato, tuttavia col dono dell'onniscienza . Sapevo ciò che sarebbe successo nel futuro, ma, non avendo acquisito il dono della parola, non riuscivo a comunicare la mia conoscenza. Solo ed indifeso, avevo solo bisogno di qualcuno che mi rimboccasse le lenzuola tranquillizzandomi e che mi mettesse a dormire con la mia ninnananna.

 UN'ISOLA
 Anche «Un'isola» è nata come una canzone che parla della conclusione di una storia d'amore e del senso di incomunicabilità che logora la relazione fra due amanti, ognuno relegato solitariamente sulla propria isola. Tuttavia  non ci sono rancore né astio nel testo, ma solo la serena e pacifica consapevolezza di un addio . Il tutto un po' in chiave beatlesiana.

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