Il ritorno del "cane procione": dopo la val di Non, anche a Bolzano: ecco come riconoscerlo

Nuovo avvistamento, a sud di Bolzano, del «cane procione». Una spcie che in Italia non si vedeva da tempo, ma che il naturalista Sergio Abram ha ormai documentato più volte.

Scrive Abram: «Si tratta dell’ottava per la nostra regione e l’undicesima per il territorio italiano riguardante la presenza del cane procione (Nyctereutes procyonoides). I fotogrammi riguardano riprese notturne, avvenute nei giorni domenica 10.01.2021, domenica 17.01.2021, martedì 19.01.2021 e mercoledì 20.01.2021, con una videotrappola, posizionata in una località del territorio comunale di Bolzano, ritraente un soggetto di cane procione (apparentemente lo stesso e nel medesimo posto)».

Abram fornisce il riassunto degli ultimi anni, con sei segnalazioni, inerenti a sette individui di cane procione (Nyctereutes procyonoides), avvenuti tra il 1985 e il 2021, in Trentino-Sudtirolo e in Lombardia, nell’Italia centro-settentrionale. Inoltre, fa riferimento alla prima segnalazione della specie per il Friuli-Venezia Giulia, avvenuta nel 2005 (Lapini L., 2006), a una successiva risalente al 10 agosto 2020, riscontrata tramite il filmato di una videotrappola posizionata da Stefano Pecorella lungo il torrente Torre, in provincia di Udine (Friuli-Venezia Giulia), e al ritrovamento della carcassa di una femmina, nel 2016, in Sudtirolo: si tratta della seconda segnalazione di un individuo rinvenuto morto nel territorio italiano.

Il cane procione è l’unico rappresentante di questa famiglia, a livello mondiale, ad accumulare consistenti riserve di grasso e a cadere in una sorta di torpore, per alcuni mesi, quando la temperatura invernale è particolarmente rigida (nei luoghi di origine, il termometro può scendere anche a - 40°C e oltre). Con temperature invernali favorevoli, il torpore può essere interrotto e il cane procione può continuare l’attività.

La lunghezza testa-corpo è di circa 60-80 cm, la coda di circa 20-30 cm, l’altezza al garrese di circa 35-38 cm e il peso normalmente compreso tra 4,5 e 9 kg. La forma del corpo è simile a quella di una volpe, ma più compressa con pelo lungo e folto, grigio-bruno-nerastro con muso appuntito, naso nero e maschera facciale scura che si estende alla gola. Le zampe sono brevi, come gli orecchi e la coda, che è folta. Rispetto alla volpe, è più leggero con pelo molto più scuro; le zampe, la coda e gli orecchi sono più brevi.

E’ originario dell’Asia orientale: regione dell’Ussuri e dell’Amur, Cina orientale, Corea e Giappone.
Negli ultimi decenni, in seguito a reiterate introduzioni avvenute per fini venatori legati al commercio di pelli, in alcuni territori europei dell’ex Unione Sovietica, ha costituito un nuovo grande areale in Europa e in alcuni territori dell’Asia centrale.
L’immissione, che ha avuto origine in Ucraina, dal 1928 alla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, è stata interrotta solamente durante l’ultimo conflitto mondiale, all’inizio del quale quasi tutti gli individui riproduttori detenuti sono stati liberati, permettendo un rapido incremento delle popolazioni selvatiche. In totale, in circa trent’anni d’azione, sono stati liberati circa novemila individui.

Questo canide si è rapidamente diffuso anche in altri Stati europei ed è stato segnalato in Finlandia, in Svezia (1945), in Estonia, in Lituania, in Lettonia, in Romania (1951), in Polonia (1955), in Germania orientale (1961), in Austria (1963), in Ungheria e in Bulgaria (1968), in Francia, in Serbia e Montenegro (1978), in Slovenia (1980), in Bosnia (1981), in Croazia (1982), in Norvegia (1983), in Danimarca (1995), in Svizzera (1997), in Macedonia (2002), in Olanda, in Spagna (2008) ecc.

La maggior parte delle persone, tra cui alcuni cacciatori, non conosce il cane procione e lo scambia per una volpe dal pelo scuro. Inoltre, per l’elusività e le abitudini prevalentemente crepuscolari-notturne, la rilevazione della sua presenza sul territorio è di difficile attuazione.

Nell’identificazione, vanno osservati tutti gli attributi inerenti all’animale osservato: aspetto simile a una volpe, ma visibilmente differente per la mascherina facciale scura, per il petto nero, per il pelo grigio-scuro e per la coda breve e folta. Quasi tutte le persone che ne hanno segnalato la presenza, già conoscevano il cane procione.

La prima segnalazione, in Trentino e in Italia, avvenne nella primavera del 1985, in Valle di Non, nel territorio comunale di Cavedago, da parte di Alberto Stoffela, guardacaccia della provincia autonoma di Trento, che in un prato illuminò col faro un individuo adulto, nel corso del censimento di caprioli e cervi.

Nel 1992, nella seconda parte dell’inverno, a Castelfondo, in Valle di Non, due esemplari assieme furono osservati da Leo Cologna, cacciatore del luogo.

Il 27 novembre 1994, di sera, nei pressi di San Lugano, in Valle di Fiemme, al bordo della strada statale n. 48 delle Dolomiti, un individuo fu notato da Sergio Abram.

Il 13 ottobre 1996, a Don, in Valle di Non, un individuo fu notato sempre da Sergio Abram, al limitare del bosco, nei pressi di un’abitazione.

In un tardo pomeriggio, della fine del mese di luglio 2014, in località Boca de le Val, a circa 1.550 metri di altitudine, nel territorio catastale di Amblar, un avvistamento a pochi metri di distanza da parte di Daniele Asson di Salter, frazione di Romeno.

Nel tardo pomeriggio del 2 ottobre 2019, lungo la Via del Vesin, che dalla frazione di Verla di Giovo conduce alla vicina località di Ville di Giovo, in Valle di Cembra, un esemplare della specie in argomento è stato avvistato, a breve distanza, da Marco Rossi di Verla di Giovo.

Nella prima metà del mese di giugno 2016, sulla Me-Bo, la superstrada provinciale che unisce Bolzano a Merano, nei pressi dell’abitato di Gargazzone, fu rinvenuta morta, a causa di un investimento, una giovane femmina del peso di circa 5 kg.

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