Maltrattamenti di cani, denunce "a vuoto" Su 85 segnalazioni solo due sequestri Gli animalisti insorgono dopo la morte di Zeus - VIDEO

di Luisa Maria Patruno

C’è sconforto e anche rabbia tra gli animalisti trentini perché la maggior parte delle segnalazioni e denunce di maltrattamenti e abbandono presentate dalle associazioni di volontariato o da privati cittadini restano troppo spesso lettera morta.

E il dito è puntato contro il Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria, incaricata di fare i controlli, ma che raramente interviene in modo incisivo con il sequestro dell’animale - si parla in particolare di cani - e dando seguito e supporto tecnico alla denuncia.
Il caso di Zeus, un San Bernardo di due anni, morto alla fine di luglio in Val di Non, nonostante numerose segnalazioni e ben due denunce, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

«Siamo scandalizzati - dice Ivana Ravanelli, presidente dell’associazione Etica animalista di Cles, - per l’inerzia del Servizio veterinario che secondo noi non fa il suo dovere perché facciamo le segnalazioni e per loro non c’è mai maltrattamento, eppure la legge è molto chiara, ma purtroppo poi tutto dipende da come viene interpretata». Per l’art. 727 del codice penale e come riconosciuto da varie sentenze della Cassazione il reato di maltrattamento sussiste quando si detengono animali «con modalità tali da arrecare gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura».

Il caso di Zeus, un cane affetto da displasia ad entrambe le anche e che veniva tenuto dei proprietari chiuso in una gabbia per la maggior parte del tempo, aveva attirato l’attenzione di varie associazioni animaliste negli ultimi due anni. Prima l’Enpa e poi Etica animalista hanno presentato denuncia di maltrattamento alla procura della Repubblica. Ma per il Servizio veterinario, come conferma il direttore Giuseppe Eccheli: «In quel caso non c’era maltrattamento. Il cane non si muoveva perché soffriva di displasia e i proprietari non avevano la disponibilità di farlo operare perché è una operazione molto costosa».

Ma di displasia non si muore, perché allora quel San Bernardo così giovane è morto? «Non sappiamo la causa» risponde il dirigente veterinario. Ma per Etica animalista quel cane potrebbe essere morto per un colpo di calore, visto che a fine luglio c’erano giornate torride e lui, già debilitato dalla malattia, era chiuso in gabbia.

Ad ogni modo, mentre la denuncia di Enpa era stata archiviata, quella di Etica animalista, presentata dall’avvocata Valentina Tomio, è ancora in corso, e sarà ora il giudice a valutare se la morte del cane sia prova del maltrattamento e si sarebbe potuta evitare con una gestione diversa del caso, oppure non c’era niente da fare.

«Da tempo - spiega Ivana Ravanelli - abbiamo capito che le nostre segnalazioni non portano a nulla: vigili, carabinieri, veterinari vanno a vedere e concludono che il maltrattamento non c’è. Basta che il cane abbia da bere e da mangiare e va bene. Per questo spesso cerchiamo noi di persuadere i proprietari a una gestione diversa oppure a cedere l’animale ai nostri volontari. Come è stato per Solo, un cane che era tenuto sempre alla catena in un luogo isolato, e che ora vive felice con noi e si chiama Lucky».

Il dottor Giuseppe Eccheli conferma che in effetti i sequestri di cani sono rari. «Negli ultimi tre anni - spiega - abbiamo ricevuto 85 segnalazioni (22 nella zona di Rovereto-Vallagarina-Alto Garda, 28 a Trento-Fiemme-Fassa, 9 a Tione-Giudicarie, 14 a Cles-Non-Sole e 12 a Borgo-Primiero) di maltrattamento di cani e abbiamo eseguito 2 sequestri, uno ad Arco e uno a Carisolo. I maltrattamenti sono casi rari, che richiedono gravi violazioni con elementi consistenti, più spesso ci sono problemi di igiene o di inidoneità dei luoghi dove sono tenuti i cani e allora interveniamo con prescrizioni al proprietario e sanzioni amministrative. Per questo i sequestri sono pochi e a volte anche in questi pochi casi in tribunale si chiude tutto con una assoluzione. E quando c’è la condanna come nel caso dei due lupi cecoslovacchi sequestrati, il proprietario fa appello. Vedremo come andrà a finire».

GUARDA LE FOTO E I VIDEO DEL CANE SOLO (ORA RIBATTEZZATO LUCKY) PRIMA E DOPO

Il cane Solo quando viveva in catena e sotto la sua rinascita

 

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