Asia, dogo argentino, adottata dopo rieducazione in Trentino Nel 2016 sbranò bimbo di 18 mesi

La dogo argentina Asia è stata adottata. Si tratta di uno dei due molossi che nel 2016, a Mascalucia, in provincia di Catania, aggredirono il piccolo Giorgio, di 18 mesi, azzannandolo alla gola e uccidendolo sotto gli occhi della madre. Entrambi i cani furono mandati a Rovereto, in Trentino, al Parco canile gestito dall’associazione Arcadia onlus, e qui è iniziato il loro percorso di rieducazione.

«Come spessissimo capita, terminato il clamore mediatico, che al tempo fu di livello nazionale vista la gravità dei fatti, gli animali vengono dimenticati. Ebbene, quei due cani hanno continuato a vivere e, per fortuna, hanno potuto fare un percorso con noi. L’episodio che li ha visti protagonisti non può essere unicamente archiviato come cronaca: deve al contrario diventare un campanello d’allarme, aprire orizzonti educativi e culturali, al fine di applicare quanto richiesto dalle leggi e dalle normative. Serve educare al rispetto di specie differenti per garantire il benessere e la salute di entrambe, nonchè la sicurezza pubblica», spiega il presidente dell’associazione, Pierluigi Raffo.
Così, se quasi tutti si sono dimenticati di Asia e Macchia - questo il nome dell’altro cane - Arcadia li ha presi in carico.

«Ci teniamo a evidenziare che oggi, dopo un percorso rieducativo, Asia ha trovato adozione. Questo è un successo non solo dell’associazione, ma della collettività diffusa che si deve sentire tutelata e assistita perchè solo in questo modo può essere rispettato il diritto alla vita e alla libertà che troppo spesso viene leso o tolto per superficialità e mancanza di competenza», aggiunge Raffo.

Il quale è convinto che il «valore sociale e socio sanitario di una associazione onlus come la nostra si vede proprio da questi successi, che rimettono in gioco cani e persone senza prendere posizioni di giudizio ma sempre e solo di assunzione di responsabilità e supporto al benessere degli animali e della collettività. Auguriamo ad Asia una buona nuova vita con la sua nuova famiglia».

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