Il riscaldamento globale desertifica la Namibia

La Namibia muore di sete per il riscaldamento globale: in vaste zone non piove dal 2011, i fiumi sono in secca, le fattorie vendono o uccidono il bestiame perché non hanno più niente da dargli da mangiare. Gli unici a prosperare nella siccità sono i serpenti velenosi. E' l'allarme che lancia il cicloviaggiatore milanese Sergio Borroni, appena tornato da un viaggio in bici di 1200 km nel paese dell'Africa sud-occidentale. 

"Ovunque mi fermavo, la gente si lamentava della siccità - racconta Borroni -. Nella parte centrale, la più arida, fino a qualche anno fa cadevano almeno 30 millimetri di pioggia all'anno, e per l'agricoltura locale erano sufficienti. Ma dal 2011 non piove più". Il cicloviaggiatore racconta di "animali scheletrici, mucche e capre che pascolano nella sabbia, che cercano qualche filo d'erba secco fra le pietre. Gli allevatori portano via le bestie perché non c'è più foraggio".

Per strada Borroni ha incontrato letti di fiumi in secca, fattorie e villaggi abbandonati. "Col caldo si sono moltiplicati i topi, e questi hanno attirato i cobra sputatori, velenosissimi - spiega -. Ora gli agricoltori se li ritrovano nei giardini". La Namibia è scarsamente abitata e l'inquinamento è praticamente assente. "Eppure - conclude Borroni -, questo paese povero subisce gli effetti dei gas serra prodotti dai paesi ricchi".

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