Il vecchio diesel va ancora a ruba

Gli italiani non stanno abbandonando il diesel, anzi se si considera l’importante comparto dell’usato (che permette di accedere con una spesa ragionevole a modelli ancora «giovani» e tecnologicamente molto validi) stanno aumentando lo shopping di questo tipo di vetture. Nei primi nove mesi del 2018 le vendite di auto usate a gasolio sono cresciute del 3% a livello europeo e di oltre il 6% in Italia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, evidenziando una buona tenuta dei livelli di valore residuo.

È quanto risulta da un rapporto di BCA - la prima società di aste automobilistiche d’Europa - che effettua un costante monitoraggio sugli andamenti del settore usato e sui flussi di export e import in ambito nazionale e continentale. «Le nuove normative sulle emissioni, diverse per città e per Regione, producono un effetto a macchia di leopardo sul territorio nazionale - afferma BCA Italia - e questa non omogeneità sta generando nuovi flussi di mercato: dalla città alla provincia e da nord a sud, verso aree dove il diesel usato è ancora la scelta che offre il miglior rapporto costo/vantaggio».

Il rapporto di BCA - uno dei più grandi operatori al mondo nel remarketing auto con oltre 1.300.000 veicoli venduti nell’ultimo anno - evidenzia che lo stesso trend si verifica a livello internazionale. Dalla Germania molte auto diesel si stanno spostando verso l’Europa dell’Est, e, in particolare, verso quei Paesi dove la crescita delle immatricolazioni è costantemente a doppia cifra, come Polonia, Croazia o Lituania. Questo consente ai valori residui di mantenersi stabili.

«In effetti - ribadiscono gli esperti di BCA - il diesel consuma meno e dura di più di un benzina. Se un automobilista non fa lunghe distanze fuori città continuerà a preferirlo almeno nel breve periodo. I dati delle aste lo confermano». Questo nuovo scenario può essere sfruttando anche dai privati portando il diesel dove è ancora richiesto, e andandolo a cercare dove lo è di meno.

«Grazie a internet questo oggi è molto semplice - si legge nel rapporto - Gli scambi tra privati avvengono attraverso i siti di e-commerce, mentre i professionisti preferiscono le aste online, lo strumento B2B per eccellenza».

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