Allarme per i cani liberi Bindesi, caprioli a rischio

I resti dell’ennesimo capriolo sbranato rinvenuti in questi giorni sulla strada forestale che dai Bindesi porta in località Pianizza non sono che l’ultima conferma di un preoccupante fenomeno che negli ultimi mesi ha visto protagonisti questi ungulati con il ritrovamento in varie località di carcasse ormai spolpate tra Celva, Maranza e Bindesi.

In questi casi comunque non c’entrano orsi o lupi ma, secondo molte testimonianze e la conferma da parte di esponenti dei cacciatori locali, cani lasciati troppo spesso liberi, branchi per nulla randagi: hanno una casa e un padrone, ma vengono lasciati liberi di «scorrazzare» a piacimento in prati e boschi, si ritrovano in branchi di tre o quattro e risvegliano il loro istinto primordiale di cacciatori a danno degli animali selvatici più deboli, caprioli al primo posto.

Dopo la «caccia» ovviamente entrano in azione gli «spazzini»: cinghiali, volpi, tassi, corvi e altri animali necrofili che completano l’opera. Recentemente, oltre ai «soliti» cani lasciati liberi sui prati dei Bindesi è stata segnalata una coppia di pastori cecoslovacchi, apparentemente senza padrone, proprio nei pressi del rifugio. Una situazione preoccupante e pericolosa non solo per gli indifesi caprioli ma anche per i molti escursionisti, soprattutto i biker, che frequentano questa parte di montagna e che impone un minimo di vigilanza e, almeno, l’apposizione di apposti cartelli con divieti e sanzioni.

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