Castagne al top, mille quintali Un anno record in Trentino

di Matteo Lunelli

Una gran bella stagione, qualitativamente e quantitativamente. E, verrebbe da aggiunge, finalmente, considerato che negli ultimi anni erano stati più i problemi che i prodotti raccolti.

Stiamo parlando di castagne, un mercato relativamente piccolo, almeno pensando a mele e uva, ma che rappresenta un'importante specificità del Trentino. «Finalmente una bella annata, senza dubbio la migliore degli ultimi cinque anni» sorride Fulvio Viesi, presidente dell'Associazione tutela dei marroni di Castione, la realtà più importante a livello provinciale. «In Trentino è andata mediamente molto bene, siamo certamente tra il 70 e l'80 per cento del raccolto, ovvero tra i 1.000 e i 1.500 quintali.

Il 100% sarebbero circa 2.000 quintali, ma non è facile arrivarci, per via dei castagneti non in ottima forma, magari non potati. Diciamo che le sensazioni, parlando con i produttori di tutta la provincia, sono ottime, ma nel nostro ambiente c'è un detto, ovvero "marroni e castagne si pesano il 32 di ottobre". Per dire che i numeri ad oggi non possono essere certi».

In Trentino l'area di riferimento è Castione : nell'area della frazione di Brentonico quest'anno si raccoglieranno 500 quintali, grazie al contributo di una ventina di soci, di cui circa la metà particolarmente significativi. «Da noi - prosegue Viesi - è una grande annata sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, dopo alcuni anni difficili. I prezzi di vendita sono buoni e si aggirano intorno ai 7 euro al chilo: ma attenzione, si tratta di prodotti tutti sani, messi nella retina con nome e telefono del produttore. Non confondiamo con i sacchetti che si comprano a prezzi minori ma poi la metà è guasta o da buttare. Noi mettiamo 65 pezzi al chilo e quei 65 sono tutti perfetti. È importante dare valore al prodotto, non al prezzo».

Come per il vino, ad esempio. Ma a Castione si potrebbe fare anche di più. «Non produciamo abbastanza rispetto a quanto si consuma, ma vogliamo tenere altissima la qualità e i consumatori devono sapere quello che c'è dietro a un sacchetto. Oltre a questo facciamo visite guidate, spieghiamo e non facciamo trattamenti di alcun tipo. E poi, come detto, sulla retina che vendiamo ci mettiamo la faccia».

Un'altra area del Trentino che esulta è la Valle del Chiese . «Un anno eccezionale per quantità e qualità - esulta Massimiliano Luzzani, referente dell'associazione locale per la tutela del castagno - dopo alcuni anni difficili per via del cinipide: abbiamo sconfitto le malattie grazie all'aiuto della Fondazione Mach e arriveremo a 300 quintali grazie ai circa 90 soci da Lodrone a Daone . Inoltre come associazione abbiamo un vivaio: tutte le 200 piante che abbiamo coltivato le abbiamo vendute e non riusciamo più a soddisfare la richiesta. Potremmo arrivare fino a 400. Questo vivaio è in un'area che ci è stata data in comodato dal Comune di Storo e per l'acqua usiamo l'acquedotto Sorino. Speriamo che Comuni e Bim si adoperino per un riammodernamento dell'impianto. Inoltre prosegue la proficua collaborazione con Agri 90, che speriamo anzi di incrementare».

Buone notizie arrivano anche da Drena , dove il punto di riferimento in tema di castagne è la giovanissima Alice Chiarani con la sua azienda agricola. «Abbiamo circa 6 ettari di piante e devo dire che la stagione è buona. Arriveremo a una trentina di quintali: quest'estate ci saremmo aspettati addirittura qualcosa in più, ma non ci lamentiamo. Nel territorio di Drena, contando anche gli altri produttori, credo si arriverà in totale a circa 40 quintali».

Saltando da ovest a est del Trentino, in Valsugana il caposaldo in tema castagne è Beniamino Froner che guida l' Associazione Produttori Castagne di Roncegno . «Anche da noi è un'ottima stagione: i castagni sparsi sulla montagna a monte di Roncegno sono circa 1.200 di cui circa 1.000 in piena produzione e 200 ormai vecchi di 500 anni. Credo arriveremo a 100 quintali di produzione».
Oltre alle classiche castagnate, questi frutti possono essere trasformati: birra, miele, zirele, liquori e anche 4.000 bottiglie di «Marroncino» di Castione.

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