La terra continua a tremare Finora oltre 700 scosse

La terra continua a tremare: nel primo pomeriggio una nuova forte scossa, di grado 4.3, ha angosciato la gente già provata di Amatrice, Accumoli, Pescara e Arquata del Tronto. Ancora crolli soprattutto nel reatino. Ed è una corsa contro il tempo per estrarre gente viva dalle macerie. Oggi non è successo. Il bilancio delle vittime cresce di ora in ora: 250 i morti, per l'ultimo bilancio della Protezione Civile, secondo la quale a pagare il tributo più pesante è Amatrice con 193 morti, 11 ad Accumoli, 46 nella zona di Arquata nelle Marche.

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Ma da Amatrice arriva l'aggiornamento a 204 vittime e dunque si tratterebbe di un numero complessivo destinato ancora a crescere. I feriti sono 365. Stasera sono arrivate le prime misure decise dal consiglio dei ministri: deliberato lo stato d'emergenza con un primo stanziamento - ha annunciato il premier Matteo Renzi - di 50 milioni di euro. Gli interventi saranno coordinati dalla Protezione civile. Stabilita anche la sospensione, nelle aree interessate dal sisma, degli adempimenti fiscali. Oggi si è riunita la Commissione Grandi Rischi per fare un'analisi di quanto accaduto.

Oltre 700 scosse.

Sono più di 700 le repliche del terremoto di magnitudo 6.0 che alle 3.36 del 24 agosto ha colpito l'Italia centrale (Lo speciale terremoto), ma a questo numero bisognerebbe sommare tutte le scosse di lieve entità, che non vengono comprese nel conteggio.

«In questo caso avremmo un numero molto più alto» ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Alle 350 scosse registrate il 24 agosto si aggiungono le circa 400 che hanno fatto scattare i sismografi dalla mezzanotte in poi. Di queste almeno la metà ha una magnitudo intorno a 2, otto sono state di magnitudo superiore a 3 e, di queste, 2 hanno superato magnitudo 4.

«Se oggi i terremoti più forti sono stati otto, ieri erano stati 92 i forti, compresi quello di magnitudo 6.0 e i due di magnitudo superiore a 5» ha osservato Amato. Nella sala sismica dell'Ingv cominciano intanto ad arrivare anche i primi dati rilevati dalle nuove stazioni mobili che ieri sono state installate nella zona colpita dal sisma, allo scopo di raccogliere il maggior numero di informazioni sulla struttura della faglia.

Le informazioni raccolte in queste ore cominciano a dare i frutti perché adesso i ricercatori sono in grado di tracciare un primissimo identikit della faglia. Si tratta di un quadro molto preliminare, precisa un altro sismologo dell'Ingv, Massimo Cocco, ma «cominciamo ad avere un'idea della deformazione» e «siamo in grado di formulare una prima ipotesi di lavoro sulla geometria della faglia».

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Sono conoscenze importanti, ha spiegato, «perché ci permetteranno di interpretare meglio anche l'evoluzione della sequenza». Si sta facendo strada l'idea che «la faglia si immerga dall'Adriatico verso il Tirreno, un'ipotesi consistente con le osservazioni geologiche». Ad analizzarla in tutta la sua complessità aiuteranno i satelliti, sia quelli della costellazione Cosmo SkyMed dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), sia quelli di Sentinel 1, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). 

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