Meteorologia, a Trento la prima laurea italiana

di Barbara Goio

«Chiunque ne abbia voglia può una mattina aprire un suo sito e diffondere le previsioni del tempo che gli vengono in mente. Non importa quale preparazione abbia, anzi più le spara grosse più magari ha seguito e guadagna di più con la pubblicità», dice Dino Zardi dell'Università di Trento, responsabile scientifico del primo Festivalmeteorologia che si terrà il 16 e 17 ottobre a Rovereto (www.festivalmeteorologia.it). La situazione in Italia è infatti questa: la professione di meteorologo di fatto non esiste, a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei paesi del Nord Europa.

Eppure le ricadute di questa disciplina sono decisamente importanti in parecchi campi, dal commercio all'agricoltura, dal turismo alla produzione di energia: solo chi conosce a fondo i meccanismi che regolano il clima può aiutare in maniera sostanziale a decidere dove piazzare dei pannelli solari, oppure capire con che correnti si muove l'inquinamento, o ancora circoscrivere quali zone a frutto vanno o meno protette. Solo per fare qualche esempio molto basilare.

Ma nel giro di un paio d'anni il panorama muterà completamente perché all'Università di Trento partirà la prima laurea magistrale in Meteorologia, la prima in assoluto in Italia. Afferirà al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, in stretta relazione con Fisica dell'atmosfera e vi si accederà al termine di un percorso di laurea breve in una disciplina di tipo scientifico. «Verrà organizzata - spiega il rettore dell'Università di Trento Paolo Collini - in collaborazione con l'Università di Innsbruck, dove esiste da circa 125 anni».

Il corso prevederà un primo anno a Trento e un secondo anno con un semestre in Austria ed un secondo semestre a scelta tra l'Italia o l'estero, magari con un programma Erasmus, ma che comunque prevede tirocini e lavoro sul campo. «Le difficoltà - spiega ancora il rettore - sono soprattutto normative e di vincoli amministrativi, con l'approvazione del Miur che limita l'offerta didattica per evitare il proliferare di diplomi inutili. Ma l'idea è di andare avanti perché a questo punto è diventato ineludibile richiedere questo percorso di laurea».

«Quella del meteorologo è una professione ben definita - precisa Zardi - frutto di anni di studio e di notevole competenze di base, che può essere spesa in moltissimi ambiti, dalla protezione civile alla gestione degli impianti che servono gli edifici, alla produzione di energia dal sole o dal vento, il turismo, i trasporti, l'agricoltura, l'inquinamento. Le previsioni del tempo specialistiche permettono di minimizzare i danni causati dalle condizioni meteo avverse e massimizzare i vantaggi. Tutti conoscono Paolo Sottocorona, noto volto televisivo che fa le previsioni per La7, ma si può lavorare anche come liberi professionisti: non c'è ancora un albo ma in commissione nazionale ci si sta impegnando per definire questa nuova figura, qual è il suo profilo professionale, il codice deontologico di riferimento».

L'Italia appartiene a quei 189 stati che fanno parte dell'Organizzazione internazionale di meteorologia, e segue le direttive per uniformare il livello di servizi, così che anche nel Belpaese si possa dare spazio a queste professionalità molto apprezzate in giro per il mondo. Al Festivalmeteorologia di Rovereto parleranno delle loro scelte due autorevoli ricercatori trentini che da anni lavorano all'estero: Claudio Mazzoleni della Michigan Technological University e Alessio Bozzo dell'European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (Ecmwf). Grazie alla nuova laurea in meteorologia di Trento, anche per gli italiani si aprirà tutto un nuovo mondo di opportunità.

comments powered by Disqus