Sport / Il caso

Taufer: «Basta con le discriminazioni delle atlete per maternità»

Lettera alle autorità nazionali sottoscritta dalla Commissione pari opportunità

TRENTO. La Commissione provinciale Pari opportunità tra donna e uomo, presiduta da Paola Maria Taufer, ha sottoscritto una lettera inviata dalla Conferenza nazionale delle Presidenti degli Organismi di Parità alla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, e per conoscenza anche al Presidente del C.O.N.I. Giovanni Malagò e alla Consigliera nazionale di Parità Francesca Bagni Cipriani.

La comunicazione (che riportiamo qui sotto) riguarda l’ennesima vicenda discriminatoria che colpisce una donna dello Sport facendone ulteriore simbolo della profonda diseguaglianza di genere che ci attanaglia. Come denunciato da ASSIST (Associazione Nazionale Atlete), quello che ha subito e sta subendo l’atleta pallavolista Lara Lugli è un abuso inaccettabile, perpetrato da una società sportiva – la Volley Pordenone – che arriva a citarla per danni dopo averle sottratto il lavoro e lo stipendio a causa della sua maternità.

"Anche la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Trento chiede l’attivazione immediata delle competenti istituzioni per ripristinare condizioni di minima equità e rispetto dei diritti della persona, costituzionalmente garantiti. Ricordiamo però che non basta intervenire su un singolo caso, poiché è evidente che sono un intero sistema e una cultura ancora diffusa ad essere sbagliati, in un paese in cui le atlete, non appena incinte, si vedono quasi sempre annullare i contratti e rimanere senza alcun diritto e alcuna tutela. 

Ancora oggi e nonostante alcuni passaggi normativi, il professionismo femminile non si è tradotto in effettiva equiparazione tra donne e uomini nello sport. Ci uniamo quindi alle voci che chiedono con urgenza l’applicazione del professionismo femminile nello Sport, l’estensione alle donne di tutti i diritti e tutele contrattuali di cui godono gli uomini, l’impegno per un sostegno concreto alla maternità delle atlete. Nessuna donna, non solo in ambito sportivo, deve essere mai più costretta a scegliere tra il lavoro e la maternità. Perché è incredibile, oltre la vergogna, che nel 2021 rimanere incinta sia considerata una colpa".

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