Rossi: «Quando arriverà l'influenza rischieremo la paralisi del Trentino Tamponi subito a chi ha sintomi»

di Zenone Sovilla

Il rischio caos negli ospedali non è l'unico aspetto critico da prevenire, in vista dell'autunno e dell'inverno, quando si avranno molte persone con sintomi da malattie stagionali che potrebbero essere scambiati per segnali di covid-19. Da qui la necessità di predisporre e attuare fin da subito un protocollo sanitario per governare la situazione.

A lanciare l'allarme è l'ex presidente della Provincia e già assessore alla salute Ugo Rossi (Patt), che sul tema aveva presentato un'interrogazione in consiglio «La risposta di un paio di mesi fa è stata però deludente, malgrado io volessi solo dare una mano, anche in virtù della mia esperienza amministrativa in questo ambito», commenta Rossi.

«Il punto - prosegue - è che dobbiamo attrezzarci per evitare che da novembre in poi si assista a una sorta di lockdown spontaneo, provocato dalle migliaia di persone bloccate a casa con sintomi da covid ma che in realtà hanno solo un forte raffreddore o l'influenza. Lo avevo chiesto nella mia interrogazione, ma ho trovato insufficiente la risposta dell'assessora Stefania Segnana, che peraltro si è evidentemente limitata a leggere una nota proveniente dagli uffici dell'Apss. Si comunica genericamente che saranno aumentati il numero di tamponi e di vaccini antinfluenzali. D'accordo, ma non si fa cenno all'avvio di un dispositivo preciso e sistematico per sottoporre a tampone coronavirus tutte le persone a casa con sintomi, in modo da poter sapere entro tre-quattro giorni dall'insorgere della febbre (o di altre manifestazioni) se si tratta di covid o di una patologia respiratoria meno pesante.

In quest'ultimo caso, una volta guariti si potrà tornare al lavoro, senza innescare la catena di interventi sanitari e disagi vari derivante da una positività. Qui si rischia di bloccare tutto, perché senza la verifica puntuale tramite tampone, nell'incertezza diagnostica, le persone sintomatiche rischiano di dover restare a casa due-tre settimane. Sarebbe un problema grave per chi resta in isolamento, per le famiglie intere e per i datori di lavoro».
Rossi spiega che questo grido d'allarme vuole essere un «consiglio rivolto a una giunta provinciale che purtroppo pare disinteressata ai suggerimenti esterni». L'ex presidente dà «naturalmente il benvenuto» alle iniziative per intensificare l'attività di monitoragigo covid e di vaccinazione contro l'influenza stagionale. Ma sottolinea che ciò non risolve la criticità. E ricorda che malgrado tutti gli sforzi di prevenzione profusi anche negli anni scorsi, migliaia di persone si ammalano di influenza, anche perché non tutti scelgono di vaccinarsi.

«Ora - aggiunge - i dati statistici delle stagioni passate sono a disposizione, dunque siamo in grado di ipotizzare quale potrà essere la diffusione dell'influenza in Trentino. Due anni fa la settimana con maggiore incidenza registrò seimila casi, siamo dunque all'interno delle potenzialità quantitative di eseguire tamponi, visto che già oggi se ne possono processare oltre mille al giorno. Perciò invito l'assessora a rendere operativo al più presto un sistema che assicuri a chiunque manifesti sintomi di potersi sottoporre all'esame entro quattro giorni al massimo, con prescrizione del medico di base. Il tampone va altamente raccomandato e garantito a tutte le persone che avranno la febbre nei prossimi mesi. Senza questo nuovo dispositivo, che suggerisco di avviare già in questi giorni, rischieremo davvero di trovarci in grave difficoltà. Avevo cercato - conclude Rossi - di riproporre la questione e di assicurare una risposta concreta anche il mese scorso, con un emendamento alla legge sull'assestamento di bilancio, ma non è stato nemmeno preso in considerazione. Eppure il mio è solo un intento collaborativo davanti a un problema serio».

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