Fugatti e la coalizione: «Obiettivo comune ballottaggio a Trento poi si vedrà»

di Domenico Sartori

Tra pochi mesi, tra febbraio e marzo, scatterà la staffetta in Regione, e Maurizio Fugatti subentrerà ad Arno Kompatscher alla presidenza. Pentito di non essere partito per primo, nel 2018, anche per una diversa gestione della questione A22? «No, le difficoltà, come neo presidente della Provincia, erano già elevate, si pensi a Vaia. Ma, al di là dei nomi» dice Fugatti «la staffetta ha dei limiti, il fatto che il presidente della Provincia sia anche presidente della Regione».

Con Bolzano i rapporti sono apparsi inesistenti.

«Non si scopre oggi che la Svp, sulla Regione, ha una posizione diversa. Ma il tema è la funzione e la utilità dell’ente per i cittadini».

Che idea si è fatto della vicenda “bonus” che ha coinvolto i consiglieri Ossanna, Olivi e, in particolare, per il contributo Inps, Ivano Job?

«Con Job ho parlato. È nella Lega da 25 anni ed è una persona perbene che ha girato la sua indennità di marzo all’Azienda sanitaria. Ma ha commesso un errore e la sospensione è giusta. La Lega ha una posizione chiara, gli altri partiti, a Roma e qui, non ce l’hanno».

La gestione della campagna elettorale a Trento avrà conseguenze nella Lega e nella coalizione di centrodestra?

«Trento è un caso a sé. È come Bergamo, dove la Lega domina in provincia, oltre che in regione, ma non in città, dove è sindaco Gori, del Pd. Fare delle scelte giuste è oggettivamente difficile. Baracetti, persona perbene, andava bene nel pre-Covid, dopo serviva un nome di esperienza per l’elettorato. Ora, tutte le forze, del centrodestra, che siano dentro o fuori la coalizione, hanno un obiettivo comune: arrivare al ballottaggio, che non è scontato.
Poi, si vedrà».

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