Mancano braccianti in agricoltura L'idea dell'assessora Zanotelli «Bellanova trovi la soluzione»

di Giorgio Lacchin

«La situazione si è complicata» dopo l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che dispone la quarantena per i cittadini che nelle ultime due settimane abbiano soggiornato in Romania. Lo dice Giulia Zanotelli, assessora provinciale all’agricoltura. Lo pensano, soprattutto, le aziende agricole della provincia che vogliono i romeni e non i trentini per la raccolta delle mele.

Zanotelli, solo 134 aziende su 7.000 si sono rivolte all’Agenzia del lavoro di Trento per cercare chi sia disponibile. Nessuno vuole i trentini, in sostanza, e tutti aspettano i romeni, a dispetto di Speranza. Cosa ne pensa?

«Noi, da mesi, stiamo lavorando con l’Ente bilaterale trentino dell’agricoltura (Ebta) sul tema della formazione per la manodopera del settore».

La formazione è la chiave di tutto.

«Su questo tema c’è un grande lavoro anche da parte dei sindacati del settore. Alcune attività agricole necessitano di una formazione».

Le imprese insistono su questo punto.

«L’obiettivo della nostra azione è di facilitare l’accesso dei trentini che si rendono disponibili a lavorare nel mondo agricolo. Vogliamo attrarre i trentini e i presenti sul territorio in modo che nell’agricoltura trovino un’occupazione. Stiamo facendo ragionamenti importanti anche in prospettiva».

D’accordo la prospettiva, ma l’emergenza è adesso.

«Questo lavoro è iniziato nei mesi scorsi quando il problema era certamente più piccolo di come si presenti oggi. E ovviamente continuerà. Ora abbiamo anche i contratti di rete: uno strumento attivato dalla Federazione della cooperazione trentina. C’è un’attenzione forte, dunque».

A Bolzano stanno cercando di capire se sia possibile fare arrivare i romeni e metterli in quarantena attiva: in pratica vivrebbero tra di loro e lavorerebbero tra di loro, senza contatti con gli altri lavoratori.

«La quarantena attiva l’avevamo proposta anche noi, tempo fa, ma ora ci vuole senso di responsabilità. Adesso stiamo valutando delle soluzioni alternative anche in raccordo con la Provincia di Bolzano e i sindacati agricoli».

Quali soluzioni?

«Non voglio dire di più: prima devo confrontarmi con le parti. La quarantena attiva - per tornare al discorso di prima - non è un tema semplice, vista l’emergenza Covid. Stiamo approfondendo il contesto, siamo al lavoro per capire il da farsi».

State parlando con qualcuno del governo, a Roma?

«Stiamo parlando con i territori, tra cui Bolzano, ma ci aspettiamo possibili soluzioni anche da parte del ministro dell’agricoltura, Teresa Bellanova».

Davvero?

«Il problema non è solo di noi trentini: dobbiamo renderci conto che riguarda tutti».

Zanotelli, lei ha sottolineato a più riprese, con forza, che dobbiamo fare i conti con l’emergenza Covid. S’intuisce che sarà molto difficile portare in Trentino i lavoratori romeni.

«Non lo sappiamo. Noi lavoriamo responsabilmente per trovare una soluzione ma mi preme evidenziare che il quadro in cui ci stiamo muovendo non è per nulla semplice...».

Lo abbiamo capito.

«...e non voglio dare false speranze».

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