L'onda verde francese piace anche a Trento in vista del voto di settembre

di Zenone Sovilla

Arriverà anche a Trento, in settembre, la grande onda verde vista ieri al ballottaggio municipale francese? A sentire alcuni protagonisti della scena politica locale, più che una ventata ecologista ci si potrebbe attendere un quadro trasversale ai partiti meno ostico per chi intende promuovere forme radicali di transizione nel segno del rispetto dell'ambiente. Anche se c'è chi spera in un vot che premi che mette al centro dello «sviluppo» la tutela dell'ambiente e della salute. In Francia, è servita una nuova formazione, Europe écologie-les verts, che raggruppa i verdi, un'altra formazione e i mille rivoli del movimentismo che spesso è il fronte più dinamico, creativo e fattivo. Ieri è arrivata dunque l'elezione di sindaci ecologisti a Marsiglia, Lione, Bordeaux, Besancon e molte altre città.

Sullo sfondo uno scenario di emergenze simile a quello italiano: inquinamento da varie fonti (traffico, industria, agricoltura carica di pesticidi), centrificazione a colpi di cemento, abbandono istituzionale e depauperamento economico delle aree interne e montuose (care ai Gilet gialli), ritardi enormi su vari fronti delle buone pratiche, dalla mobilità (bici e trasporti collettivi) ai ciclo dei rifiuti. Al «faremo» del presidente Macron gli elettori hanno preferito il «facciamo» degli ecologisti.

Tuttavia, malgrado una cornice simile, secondo Emma Di Girolamo dei verdi trentini, da noi sarà più complicato, «perché la coscienza ecologista non è ancora ben radicata nel cittadino medio». Di Girolamo ammette che la storia di decenni di centrosinistra trentino, con dentro i verdi, non sia stata semplice in termini di produzione di risultati profondi, ma resta ottimista. «Certo, un po' di difficoltà per il dialogo con i partner si sono state. Ora appoggiamo con convinzione Franco Ianeselli, certi che nella coalizione si aprirà una stagione prolifica sul fronte delle necessarie trasformazioni ecologiche. E penso che poi, su questioni ambientali, sia immaginabile una sintonia d'azione anche con forze quali Onda civica. Il successo della raccolta firme sul biodistretto dimostra che al di là delle sigle politiche, se un obiettivo è importante si raggiunge unendo le forze».

Filippo Degasperi, consigliere provinciale e candidato sindaco appunto di Onda civica rivendica la propria coerenza: «Anche nella scorsa legislatura, quando i verdi erano al governo, sono sempre stato lasciato solo a votare su questioni importanti, come i pesticidi da bandire, la gestione della fauna selvatica da restituire all'ente pubblico (che l'ha incautamente affidata agli stessi cacciatori) o la mobilità sostenibile. Sempre un solo voto a favore, gli altri tutti contro. A proposito di riduzione del traffico, da decenni nulla di fatto. Smartworking non pervenuto. Poi il covid li ha obbligati a introdurlo, ma stanno già facendo retromarcia. Eppure telelavoro e sportello digitale sono snodi fondamentali, sia per sburocratizzare sia per tutelare ambien te e salute. In ogni modo se si trovano intese su progetti ecologici seri, io ovviamente ci starò».

Chi è fiducioso in un futuro verde trasversale agli schieramenti è il consigliere comunale del Pd Michele Brugnara , da sempre impegnato in particolare sulla mobilità sostenibile. «La sensibilità ecologica cresce anche qui ed è ormai trasversale ai partiti (vedi al convergenza sull'aumento delle piste ciclabili), anche se temi come la mitigazione delle auto in città resta la distanza col centrodestra. In ogni modo, non è questione di nuovi contenitori ma di rinnovo del personale politico: questo ci sarà e dunque sono ottimista, per temi quali mobilità, agricoltura e altri»
Comunque sia, per ora un dato comune fra i tre è chiaro: sono tutti contenti del successo verde in Francia.

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