Chiusure domenicali: Fugatti accelera «La legge sarà in aula il 1° luglio» Ma i commercianti restano contrari

Piazza Dante non frena, malgrado le diffuse contrarietà, sul progetto per un giro di vite sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali.

Il disegno di legge della giunta provinciale di Trento sulle chiusure domenicali e festive dei negozi andrà infatti in discussione in consiglio, con procedura d’urgenza, già mercoledì 1° luglio. Lo ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo.

«In questi tre mesi di lockdown - ha detto il presidente Maurizio Fugatti - i trentini si sono abituati a fare la spesa dal lunedì al sabato, in forza delle chiusura che ho disposto per ragioni legate all’emergenza sanitaria.

L’ordinanza relativa vale fino alla domenica 28 giugno, poi i negozi tornerebbero ad aprire. Noi riteniamo opportuno mantenere invece questo nuovo regime e siamo peraltro consapevoli che la nostra legge provinciale potrebbe essere impugnata dal Governo, stante l’asserita competenza esclusiva dello Stato in materia. Per questo lavoriamo anche sul fronte della Commissione dei 12, auspicando l’approvazione di una norma d’attuazione statutaria che risolverebbe felicemente l’intero contenzioso».

Le minoranze hanno espresso in gran parte la condivisione dell’obiettivo delle domeniche senza shopping, ma hanno invece criticato la scelta di trattare il tema con tempi accelerati.

Oggi Fugatti e l’assessore al commercio, Roberto Failoni, hanno incontrato i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e Federazione trentina della cooperazione, tutti contrari all’iniziativa ma disponibili ad approfondire alcuni aspetti puntuali allo scopo di perfezionare il disegno di legge, dice una nota della Provincia.

A tal fine è già stato programmato un incontro tecnico per dopodomani, visto il carattere di urgenza attribuito al progetto.

Fugatti ha ricordato la riunione dei capigruppo in Consiglio provinciale: da loro è attesa in giornata la decisione sulla corsia accelerata chiesta dalla Giunta, che auspica di poter discutere in aula il disegno di legge già nella prossima seduta del Consiglio.

Il confronto è proseguito con i rappresentanti della grande distribuzione - Aldi, Dao, Despar, Eurospin, Gruppo Poli, Lidl, MD, Sait. Si è parlato soprattutto delle modalità con cui verranno individuati i comuni turistici, le necessità di tenere conto della programmazione anche sotto il profilo dell’organizzazione dei turni di lavoro e la concorrenza con territori limitrofi.

Su un eventuale provvedimento che vietasse le aperture domenicali incomberebbe anche il rischio di impugnazione statale e di ricorsi legali da parte di soggetti coinvolti, che potrebbero richiedere un giudizio sulla legittimità della norma rispetto al quadro legislativo nazionale.


 

È contenuto tutto in una sola pagina - formato solo da un articolo in quattro commi - il disegno di legge destinato a tenere chiuse le attività commerciali - pur con varie eccezioni e possibili deroghe - nelle giornate di domenica e nei festivi. L'assessore al commercio e turismo Roberto Failoni ha dunque spinto la semplificazione al massimo, tanto che la relazione introduttiva è più corposa del disegno di legge stesso. Poche righe che, se verrà approvata la legge nei termini proposti dalla giunta provinciale, avrà il sapore del ritorno al passato sulla linea di quanto avviene nel nord Europa.

Il disegno di legge dovrebbe correre su un binario veloce. Domani infatti il presidente della Provincia Maurizio Fugatti chiederà ai capigruppo la procedura d'urgenza perché il Consiglio provinciale esamini il provvedimento nella prossima sessione d'aula.

Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede l'unico articolo del disegno di legge 58 del 19 giugno 2020 "Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi degli esercizi commerciali" assegnato alla Seconda commissione permanente. «Per favorire - si legge all'articolo 1 comma 1 - la conservazione delle peculiarità socio-culturali e paesaggistico-ambientali, gli esercizi di vendita al dettaglio osservano la chiusura domenicale e festiva, fatto salvo quanto previsto da quest'articolo in relazione all'attrattività turistica dei territori e a garanzia del pluralismo nella concorrenza».

Ci sono però delle eccezioni, previste dal comma 2: «La Giunta provinciale, previo parere del Consiglio delle autonomie locali, individua i comuni a economia turistica e quelli ad attrattività commerciale/turistica nei quali è ammessa l'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio anche nelle giornate domenicali e festive. In relazione alle finalità del comma 1 la Giunta provinciale, inoltre, può individuare le tipologie di esercizi, anche al di fuori dei comuni a economia turistica e di quelli ad attrattività commerciale/turistica, che non sono tenuti a osservare la chiusura domenicale e festiva». Inoltre - e siamo al comma 3 - «in occasione di grandi eventi o manifestazioni che richiamano un notevole afflusso di persone i comuni possono derogare all'obbligo di chiusura domenicale e festiva per un massimo di quindici giornate annue». Il comma 4 precisa alcune eccezoni come «le rivendite di riviste e giornali», «gli impianti di distribuzione automatica di carburante» e «ulteriori attività individuate dalla Giunta provinciale».


Anche Confesercenti del Trentino non ci sta

Confesercenti rappresenta e tutela le piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi, e non è per nulla d'accordo sulla chiusura dei negozi - supermercati compresi - nei giorni festivi e la domenica, prevista dal disegno di legge dell'assessore Failoni.
Renato Villotti , presidente dell'associazione di imprenditori, butta un occhio ai supermercati («hanno la capacità di sostenere le aperture domenicali e festive perché possono giovarsi di un importante turnover di collaboratori») poi si dedica al disegno di legge. E lo immaginiamo con una bella penna rossa in mano, mentre sottolinea, come farebbe un vero professore, tutti gli errori. Errori a suo modo di vedere, ovviamente.

«Teniamo conto», esordisce Villotti, «che siamo una provincia a vocazione turistica. Il Trentino punta molto sul turismo, lo sappiamo bene, ma se un turista viene dalle nostre parti e la domenica e i giorni di festa trova tutto chiuso, beh, non mi sembra molto bello. Dicono che dobbiamo puntare sul turismo per recuperare punti del Pil: allora non è così che si fa. E un'altra cosa: cerchiamo di evitare che i trentini vadano ad Affi o Bassano per fare acquisti... Se chiudessero anche quelli intorno a noi, okay, potremmo anche essere d'accordo. Ma se chiudiamo solo noi... Cerchiamo, insomma, di non fare gli eroi!».

Il presidente Villotti torna poi sull'ordinanza di Fugatti che due giorni fa ha chiuso i supermercati per la domenica odierna e la prossima. «È arrivata in ritardo», sospira, affranto, «e ha indisposto gli operatori, presi in contropiede. La settimana scorsa avevamo chiesto un incontro a Fugatti: non avendo ricevuto segnali, pensavamo che domenica (oggi, ndr) i supermercati avrebbero potuto aprire; gli operatori, infatti, avevano già fatto approvvigionamento dei prodotti freschi». L'unica cosa fresca - anzi fredda - è stata dunque la doccia in capo agli stessi operatori.

«Si poteva lavorare meglio», prosegue Villotti, «si poteva concordare un programma, nello spirito di collaborazione sempre esistito con la Giunta provinciale. In questa fase di recessione si cercava una via per risalire: le chiusure penalizzano ulteriormente il mercato. E ai sindacati vorrei dire una cosa: la loro non è una vittoria economica ma una presa di posizione, e se vogliamo fermare la recessione e recuperare terreno dobbiamo lavorare tutti quanti e tornare alle vecchie abitudini, anche quella del lavoro domenicale. Lo ripeto: diamo a tutti la possibilità di riaprire, se vogliamo che tutto il Trentino sia turistico, come viene sbandierato in giro. Non possiamo più permetterci di assistere alle gite fuori provincia per gli acquisti domenicali. Perché questo è ciò che accade, inutile nasconderlo. Una grossa catena trentina sostiene che se non può aprire la domenica - il giorno migliore dal punto di vista degli incassi - è costretta a sacrificare un numero consistente di posti di lavoro. Pensiamoci, dunque. Lunedì (domani, ndr) avremo un incontro con il governatore Fugatti: vedremo quel che succederà. Di certo, sia noi che Confcommercio non capiamo come mai la Provincia non sia stata collaborativa, in questa fase, come lo è stata invece nelle altre circostanze, anche durante il lockdown».

«Ci sono persone che la domenica lavorano volentieri», sostiene Aldi Cekrezi , direttore di Confesercenti, «perché la domenica vale il 30% in più rispetto ai giorni normali, e un festivo viene pagato ancora meglio: il 60% in più. Il lavoro domenicale incide per il 10-15% sul fatturato totale annuo. Se chiudo, devo iniziare a ricorrere alla cassa integrazione, oppure devo distribuire il personale su altri negozi».
Qualche numero, infine: in Trentino sono 187 i supermercati (o ipermercati). Le imprese, di qualsiasi tipo e grandezza, sono addirittura 3.742 e impiegano 16.834 addetti.

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