Tornano ad alzarsi le indennità dei sindaci Alto Adige al top: Brunico è "uguale" a Trento

di Matteo Lunelli

Si torna al passato: dopo 5 anni di riduzione delle indennità dei sindaci sia in Trentino sia in Alto Adige, il governo regionale ha deciso di tornare indietro, alzando i compensi di chi sarà eletto nella prossima tornata elettorale del 2020. Nel quinquennio 2020-2025, quindi, il taglio del 7%, introdotto dalla legge 2013, è stato (appunto) tagliato. In concreto? Il sindaco di Trento, ad esempio, tornerà a percepire 9.432 euro mensili (lordi), dopo che per cinque anni ne aveva presi 8.771, sempre lordi.

 

La stessa percentuale riguarderà i primi cittadini di tutti i comuni della provincia, che quindi dall'anno prossimo guadagneranno di più. L'indennità aumenterà anche per vicesindaco e assessori, considerando che queste figure istituzionali percepiscono un compenso percentuale rispetto al sindaco: un assessore nella nostra provincia prende il 50% dell'indennità del sindaco per i comuni sopra i 50 mila abitanti, il 40% per quelli tra i 10 mila e i 50 mila abitanti, del 35% tra i 2.001 e i 10.000 e del 30% per i paesi più piccoli. Stesso discorso, con percentuali differenti, vale per il presidente del consiglio comunale. Non cambiano, invece, i gettoni di presenza dei consiglieri: si va dai 120 euro di Trento e Bolzano ai 30 euro dei comuni fino a 500 abitanti. Aumento, invece, per i componenti degli organi esecutivi delle Comunità di Valle: in Rotaliana, ad esempio, il presidente percepirà un'indennità di carica di 3.212 euro (erano 2.987 nello scorso quinquennio), il vicepresidente 1.285 (erano 1.195) e i componenti 964 (erano 896).

Tornando ai primi cittadini, i futuri 284 sindaci (168 in Trentino e 116 in Alto Adige, l'87% dei quali amministrano Comuni con meno di 5.000 abitanti) possono quindi esultare per un "ritorno al passato" che permetterà loro di incassare uno stipendio, secondo l'opinione di molti colleghi politici, più equo. Di sicuro più alto rispetto ai predecessori.
Nel 2015, quando venne introdotto il taglio del 7%, si calcolò che questo avrebbe permesso un risparmio di 7 milioni di euro all'anno, equamente divisi tra Trentino e Alto Adige. Ma dal 2020, sono si spenderanno 7 milioni in più, 3,5 in Trentino. «Nel frattempo ci sono state le fusioni e la riduzione dei consiglieri - spiega l'assessore regionale Claudio Cia - e stimiamo quindi che questo lasci nelle casse circa 2 milioni all'anno». L'aver tolto la riduzione del 7%, quindi, costerà circa 1 milione e mezzo all'anno.

Un altro dato è oggettivo: la differenza tra Trentino e Alto Adige. Ognuno è libero di pensare che certe cifre siano alte o basse, che il taglio o l'aumento sia giusto o sbagliato, ma le differenze tra le due provincie sono evidenti: il primo cittadino di Bolzano percepirà 3.880 euro lordi in più al mese rispetto al collega di Trento (e Trento ha 10 mila abitanti in più). Nelle indennità, numeri alla mano, Trento e Brunico sono considerate uguali: 9.432 euro lordi al mese nel capoluogo, 9.315 euro nel paese con 16 mila abitanti della Pusteria.

«In Alto Adige il compenso è circa il 25% più alto: secondo me equiparare i parametri sarebbe stato più corretto, alzando un po' da noi e abbassando un po' da loro», commenta ancora Cia. Ma, almeno fino al 2.025 non sarà così.
Infine due note sulla tabella a fianco: alcune differenze di compenso, a parità di abitanti, sono legate a 3 parametri per ogni Comune: grandezza del territorio comunale, vocazione turistica e presenza di frazioni. Inoltre per i comuni più grandi l'indennità del sindaco va ridotta di un quinto nel caso di mandato non svolto a tempo pieno.


«È una questione di equità: i primi cittadini, anche e soprattutto nei piccoli paesi, si trovano a far pronte a mille problematiche e per loro è sempre lunedì, non ci sono fine settimana, festività e giornate di riposo, con telefonate e impegni giorno e notte. Chi svolge questo ruolo con serietà merita uno stipendio adeguato. E non dimentichiamo che, a differenza dei consiglieri provinciali, non hanno i soldi di fine mandato o le pensione complementare, ma percepiscono solamente l'indennità». A parlare è l'assessore regionale Claudio Cia , che ha spinto per togliere quel taglio del 7%.
«È giusto: per i sindaci oggi ci sono responsabilità penali. E poi il primo risparmio è avere una buona amministrazione» spiega Giorgio Leonardi .
«Non vedo alcuno scandalo - aggiunge l'ex presidente provinciale Ugo Rossi -, visto che l'aumento è comunque contenuto. Fare il sindaco è difficile e dispendioso, oltre alle grandi responsabilità che si hanno».

comments powered by Disqus